Google ha presentato il suo sistema operativo web-based per notebook: un OS basato su Linux con il browser di Mountain View come interfaccia utente . Si tratta ancora di una versione beta, ma Mountain View ha cercato di mostrare e sottolineare le caratteristiche principali dell’atteso sistema operativo, il nuovo Chrome Web Store e le opzioni di sicurezza del browser stesso.
L’effetto restituito dalle prime immagini si basa soprattutto sull’ approccio basato sulle applicazioni , in stile con quelle per smartphone. Il resto dei controlli è affidato alla barra di navigazione, e all’elenco a tendina per il controllo delle impostazioni nell’angolo in alto a destra. Le applicazioni messe a disposizione si troveranno sul ristrutturato Chrome Web Store e per il momento disponibile solo per gli Stati Uniti. Molte funzioneranno, promette Google, anche offline : la critica preventivamente mossa al suo SO era quella di essere limitato ad un utilizzo esclusivo online.
Per rispondere alla stessa critica, poi, Google promette altresì di impegnarsi ad assicurare che gli utenti abbiano sempre la possibilità di essere connessi : infatti ogni notebook Chrome verrà venduto non solo con connessione WiFi (802.11n dual band), ma anche con connettività 3G integrata e per questo negli Stati Uniti BigG ha già raggiunto un accordo con Verizon che ha messo a disposizione gratuitamente 100 MB al mese per due anni – con possibilità di estenderli a partire da 10 dollari per un pass quotidiano, 1GB aggiuntivo per 20 dollari al mese, 3GB per 35 e 5 per 50.
Un esempio del modo in cui penserà il nuovo OS è la soluzione trovata per diminuire drasticamente il bisogno di driver: per stampare l’opzione proposta è quella del cloud printing, inviando cioè le cose che si desiderano su carta a stampanti predefinite. Sono poi tutti i dati e le impostazioni ad essere facilmente sincronizzabili tramite account Google . Rendendo, per esempio, agevole anche prestare il proprio computer.
Sul lato della sicurezza, invece, Google ha presentato le novità relative al suo browser (che saranno funzionali anche per il SO ad esso legato): ha poi sottolineato che, essendo un sistema basato su Linux, non sarà soggetto a gran parte dei malware pensati per Windows e che gli aggiornamenti di sistema che permettono di mantenere adeguati livelli di protezione sono automatici e pressoché invisibili agli occhi dell’utente. Inoltre tutti i dati saranno per default passati nel plugin sandbox e criptati. Mountain View spera , inoltre, di essere la prima a commercializzare uno strumento chiamato verified boot , destinato ad assicurarsi all’avvio che nulla sia stato modificato o compromesso nei dispositivi Chrome OS su cui è montato.
Attenzione speciale, poi, sembra voler riservare alle aziende: in collaborazione con Citrix Systems BigG ha presentato una versione aziendale di Chrome OS, dotata di accesso alle tradizionali suite per ufficio senza bisogno di installazioni desktop (anche se nella presentazione non tutto è andato liscio, facendo osservare ancora qualche bug nell’esecuzione di programmi più pesanti come SolidWorks).
Altri partner che hanno già messo a disposizione la propria app sono il New York Times , Amazon con il lettore coordinato con Kindle e, per i giochi, Electronic Arts. In totale lo store viaggia su circa 500 applicazioni, molte delle quali gratuite.
Atteso sul mercato a metà 2011 (l’hardware sarà Acer e Samsung, con chip Intel, e da queste aziende dipenderà il prezzo dei dispositivi), un programma pilota “non per i deboli di cuore” è già stato inaugurato martedì con il modello di prova chiamato Cr-48 (diminutivo di Chromium) e distribuito ad aziende (tra cui Virgin America, American Airlines, Logitech, Kraft e il Dipartimento della Difesa USA), organizzazioni no profit, scuole, agenzie governative, sviluppatori e tutti coloro che hanno partecipato all’evento: un dispositivo senza marca con uno schermo da 12,1 pollici, tastiera, touchpad e webcam, ma senza, tra l’altro, hard disk. Promette di avviarsi in 10 secondi e di avere una batteria con una durata 8 ore in utilizzo e 8 giorni in standby.
Moutain View mette da subito le mani avanti affermando che, essendo un’anteprima, non è esente da difetti. Ma gli early adaptor interessati potranno farne richiesta candidandosi con un video da caricare sul canale dedicato o inviando i propri dati con il modulo della pagina apposita (il programma è riservato agli USA).
Curiosità: nelle impostazioni di Chrome OS e sulla tastiera Google sembra aver rimosso la possibilità di utilizzare l’opzione Caps Lock. Una scelta ponderata e giustificata dalla volontà di migliorare la qualità dei commenti (un aspetto ormai preponderante della vita online e quindi non trascurabile per un dispositivo per essa pensato), ma che ha fatto mugugnare gli osservatori preoccupati di qualsiasi tipo di limitazione delle possibilità. In realtà, il tasto solitamente presente a sinistra sulla tastiera dovrebbe fungere da scorciatoia per raggiungere il Search di Mountain View. Resta inteso, ha poi precisato BigG, che sarà comunque possibile rimappare la tastiera per ottenere la confortante presenza del Caps Lock.
Per alcuni la tempistica della presentazione e del lancio evidenzia una mossa voluta per non far sparire prematuramente l’idea di un OS made in Mountain View , in vista dell’arrivo sul mercato dei tablet con, per esempio, Meego di Nokia e lo stesso Android. Quello ora presentato da Google, dicono altri , non è altro che il prodotto pensato negli anni novanta come PC-killer: il network computer cui stavano lavorando Larry Ellison a Cisco e Eric Schmidt, allora a Sun Microsystems. Un’idea sorpassata dai tablet e in particolare dalle funzionalità touchscreen.
Claudio Tamburrino