In questi giorni Google ha rilasciato una nuova versione per sviluppatori di Chrome, un software nato come alternativa open source ai browser concorrenti e che ora, a quanto pare, si chiude a riccio eliminando una delle possibilità di scelta più importanti dal punto di vista degli utenti ma anche dei succitati sviluppatori.
La novità è inclusa nell’ultima release preliminare di Chrome 57 , ed è intimamente connessa al fatto che ora la pagina chrome://plugins/ non funziona più : a eccezione delle impostazioni dell’interfaccia grafica per Flash Player e PDF Viewer, il comportamento dei componenti aggiuntivi e la loro eventuale disabilitazione non sono più accessibili dal browser .
Una delle conseguenze più importanti del nuovo setup è il cambio di gestione per le tecnologie Encrypted Media Extensions (EME) , il discusso nuovo standard implementato dal World Wide Web Consortium (W3C) per permettere ai browser rispettosi delle specifiche Web di gestire le misure DRM (Digital Rights Management) necessarie a veicolare i contenuti in streaming protetti dal diritto d’autore.
La scelta di Google per Chrome (e quindi tutti i browser FOSS basati sul codice di Chromium) è a dir poco controversa , visto che una eventuale ratifica definitiva dello standard EME nella sua forma attuale avrebbe conseguenze negative sulla possibilità di analizzare il codice, scovare bug di sicurezza e tutto quanto.
Per il momento Google non risponde, pensando piuttosto ad aggiornare anche la versione stabile del suo browser con la distribuzione di Chrome 56 : l’ultima release del software include 51 bugfix per altrettante vulnerabilità, velocizza il reload delle pagine e supporta le nuove API Web Bluetooth sui gadget mobile.
Chrome 56 prevede infine la visualizzazione di un nuovo messaggio di allarme sui siti progettati per gestire account senza il supporto alle connessioni sicure su HTTPS, una modifica annunciata da tempo che tra l’altro è già stata accolta dagli sviluppatori di Firefox con la release 51 del browser del Panda Rosso.