Google ha deciso di calcare la mano contro il software indesiderato e pericoloso: l’obiettivo principale di Mountain View consiste nell’aumentare il numero di allarmi visualizzati sullo schermo dell’utente sfidando i filtri cognitivi degli utenti, che tendono ad ignorare i moniti nel corso della navigazione.
La ricerca Web, prima di tutto: Google incorporerà nuovi “segnali” pensati per identificare i siti che abusano della fiducia degli utenti spingendoli a scaricare software indesiderato. Poi l’advertising, con Mountain View che ha cominciato a disabilitare gli ad che indirizzano su detti siti. Per quanto riguarda la classificazione dei programmi come indesiderati, Google ha approntato una pagina di spiegazioni apposita .
Altra misura importante contro il software indesiderabile è stata implementata in Chrome, e consiste nella visualizzazione di un allarme nel caso in cui l’utente provi a visitare un sito noto per includere programmi “dannosi”. Il problema, in questo caso, è che secondo le stime meno di un utente su quattro decide di seguire il consiglio di allontanarsi quando si trova davanti a uno di questi allarmi.
La partita della sicurezza, su Chrome, si gioca su più fronti, e per quanto riguarda i cacciatori di bug Google ha deciso di trasformare il programma Pwnium da evento annuale a piano sempre valido: i bug hunter potranno rovistare nel codice del browser gratuito tutte le volte che vogliono, e avranno l’opportunità di incassare “taglie” che vanno dai 500 ai 50mila dollari.
Il Web moderno vive soprattutto di sicurezza, e Firefox 36 non fa eccezione in tal senso: la nuova release del browser Mozilla include l’implementazione dello standard HTTP/2 , l’eliminazione dei certificati firmato con chiavi RSA a 1024-bit, svariati bugfix di sicurezza e altro ancora .
Novità sono in arrivo anche da Opera, a latere del proprio browser: Opera Max è un’offerta della casa norvegese indirizzata ai provider di telefonia , un modo per garantire ai clienti e sottoscrittori un accesso “illimitato” al traffico di rete di una app senza per questo dover consumare la preziosa (e generalmente costosa) banda messa a disposizione con i piani tariffari per cellulari.
Alfonso Maruccia