Mountain View (USA) – L’ultimo progetto targato Google è la piattaforma collaborativa Code , pensata per i programmatori esterni che desiderano partecipare allo sviluppo dei software open source offerti dal motore di ricerca. Ancora in beta e decisamente incompleta, la piattaforma è stata accolta da numerosi esperti ed osservatori come un progetto ricco di potenzialità .
Attualmente l’interfaccia è piuttosto spartana e non può essere neanche paragonata alla complessità di Sourceforge , il punto di riferimento internazionale per centinaia di migliaia di sviluppatori open source. Google Code per il momento è incentrato sui software dell’azienda aperti a collaborazioni esterne ma la lista dei progetti di sviluppo è destinata ad espandersi anche ad altre tipologie di software.
Il motore di ricerca interno di Google Code può essere utilizzato per individuare cosiddette issue ed elementi che necessitano di sviluppo. Sebbene ancora allo stadio embrionale, il motore può diventare estremamente utile per effettuare ricerche all’interno dei codici sorgenti dei progetti presenti su Google Code.
Secondo Ryan Paul di Ars Technica , Google Code ha tutte le carte in regola per diventare “un leader nella nicchia dell’hosting dei progetti open source”. Questo perché Code, già integrato con Google Groups , potrebbe essere ulteriormente arricchito di GTalk e Gmail per fornire un vero e proprio framework groupware , estremamente utile per qualsiasi comunità di sviluppatori open-source.
Nel frattempo, alcuni ricercatori indipendenti hanno sfruttato le funzioni di Google per creare Bugle , motore di ricerca per individuare falle e bug all’interno dei codici sorgenti disponibili sul Web.