Google non lo nega: “abbiamo visto sbocciare una grande varietà di servizi per la gestione di progetti, quali GitHub e Bitbucket”. Con queste parole Chris DiBona, a capo della divisione Open Source, dà l’annuncio della chiusura di Google Code, piattaforma dedicata alla collaborazione per sviluppatori che lavorino a codice open.
Google Code è stato lanciato nel 2006, quando il panorama era completamente diverso, racconta Google, e le opzioni a favore degli sviluppatori erano praticamente limitate a SourceForge. Ora la realtà è cambiata, soprattutto con l’avvento di GitHub, scelto quale repository d’elezione anche da colossi come Facebook e Twitter, utile anche a Microsoft , che pure può contare sul proprio Codeplex . La stessa Mountain View, per un migliaio dei propri progetti , ha scelto di appoggiarsi a GitHub, “per andare incontro agli sviluppatori sul loro terreno di gioco”.
Google Code ha così iniziato a soffrire delle progressive defezioni: “una quota crescente dei progetti rimasti si rivelano essere spam o codice abusivo”, spiega la Grande G, ed è progressivamente diventato chiaro che “il servizio semplicemente non risultasse più utile a nessuno”.
A partire da questo momento, quindi, non è più possibile avviare alcun progetto sulla piattaforma di Mountain View: dal 24 agosto 2015 non si potranno più apportare modifiche ai progetti esistenti, mentre il 25 gennaio 2016 la piattaforma sarà chiusa, e il codice, insieme ai contenuti correlati, si potranno scaricare fino alla fine del 2016 per essere gestiti su altri repository.
Google si mette a disposizione degli sviluppatori per rispondere ai quesiti che sorgessero e segnala strumenti dedicati alla migrazione per esportare i progetti su altre piattaforme quali SourceForge e GitHub .
Gaia Bottà