Era lo scorso maggio quando il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt parlava al mondo dei pericoli legati alle più svariate tecnologie di riconoscimento facciale. L’azienda di Mountain View non si sarebbe imbarcata nello sviluppo di programmi specifici , per l’ovvia tutela della privacy di milioni di netizen.
Poco più di un anno dopo, Google decideva di estendere dal mobile al desktop la feature Goggles, la ricerca per immagini già offerta sui dispositivi basati su Android e che adotta come input della query una fotografia scattata attraverso la fotocamera .
Il colosso del search ha ora ufficializzato l’acquisizione della startup statunitense Pittsburgh Pattern Recognition (PittPatt), appunto specializzata nello sviluppo di tecnologie legate al riconoscimento dei visi umani .
Inizialmente partita – era il lontanissimo 1990 – come progetto di ricerca all’Istituto di Robotica della Carnegie Mellon University , la tecnologia di PittPatt si è trasformata in un vero e proprio business solo nel 2004. La startup ha in sostanza realizzato un discreto numero di algoritmi per il riconoscimento e tracciamento dei volti .
In altre parole, la specifica tecnologia sviluppata da PittPatt riesce a collegare persone attraverso fotografie, filmati e risultati per immagini . I vertici della startup hanno definito naturale l’acquisizione formalizzata da Google, già al centro di programmi simili come appunto Goggles.
Mauro Vecchio