A ridosso di una settimana di fuoco, ieri in serata i rumors si sono concretizzati: Google ha confermato l’acquisto di YouTube per 1,65 miliardi di dollari . Una notizia attesa dai media che in questi giorni, dal Wall Street Journal al Washington Post , hanno fatto a gara per raccontare la tremebonda attesa degli analisti e del mercato per una notizia che era nell’aria.
Google ha atteso ieri la chiusura della Borsa per annunciare l’acquisizione del celeberrimo portale dell’audiovisivo. Un’operazione, questo acquisto, che giunge tra gli applausi degli analisti che la vedono come una forte spinta propulsiva per Google.
I dettagli di uno scarno comunicato stampa dicono che Google consentirà a YouTube di continuare ad operare come divisione “indipendente” del colosso di Mountain View mentre insieme i due giganti svilupperanno una serie di nuovi servizi , alcuni dei quali indirizzati anche agli aspiranti registi.
L’acquisto offre soprattutto a Google la possibilità di recuperare posizioni in un settore, quello del multimedia e dell’IPTV, in cui è rimasto indietro perdendo posizioni non solo rispetto al suo nuovo acquisto ma anche da MySpace Videos , l’area video del celebre portale di Murdoch.
Ora tutto cambia e bisognerà vedere come i grandi rivali di BigG, in primis Microsoft e Yahoo!, reagiranno al “colpaccio” messo a punto dagli strateghi del Googleplex.
Ma la strada è spianata per il nuovo YouTube. Ieri è stata infatti una giornata campale anche per altre ragioni. Dopo gli accordi con Warner Music , il celeberrimo servizio di distribuzione audio-video ha stretto intese con altre major della musica, in particolare Universal Music e Sony BMG. Non contenta, la società che gestisce il portalone multimediale ha anche firmato un accordo con la rete televisiva americana CBS.
Si tratta di intese epocali: dopo essere stato messo all’indice per i video caricati sulla propria piattaforma dagli utenti del servizio, Google-YouTube si ritrova ora con accordi che consentono la distribuzione legale di quei materiali. Per le major si tratta di sfruttare un altro popolarissimo canale di diffusione dei propri contenuti multimediali, per il portale si tratta di una transizione dorata dalla popolarità globale alla legalità musicale e televisiva. Per i fan della musica industriale, infine, si tratta di poter fruire di contenuti tenuti sotto controllo dai detentori dei rispettivi diritti e di poter infilare una parte di quei contenuti nei propri audiovideo casalinghi postati su YouTube senza che questo alteri gli umori delle major.
Intese del tutto simili ieri, prima dell’annuncio dell’acquisizione, aveva stretto anche Google Video , confermando di aver a sua volta firmato accordi di distribuzione e utilizzo dei contenuti con Sony BMG e Warner Music.