Sono in pochi a credere che Google possa sferrare la zampata al mondo della telefonia mobile entro pochi mesi: sembra non crederci nemmeno BigG, che conferma le date del rilascio di Android, ma ammette che le difficoltà non mancano nell’affrontare un mercato e un modello di business inesplorato e affollato di attori.
Google conferma il lancio del primo device Android nel corso della seconda metà del 2008 , un intervallo di tempo non meglio precisato a cui si era fatto riferimento contestualmente all’annuncio della Open Handset Alliance, ma lascia trapelare la difficoltà di orchestrare un ecosistema complesso , fatto di numerosi partner che rivendicano attenzione e funzioni personalizzate: “In questo frangente sono dolori” spiega al Wall Street Journal Andy Rubin, a capo delle strategie mobile di Mountain View.
A rumoreggiare sono operatori e produttori di telefonini. Sarebbero sempre più sfiduciati, riporta il WSJ : a fronte di telco come T-Mobile e Deutsche Telekom che prevedono di accodarsi alla tabella di marcia stilata da Mountain View e di rilasciare il primo telefonino Android entro la fine dell’anno, c’è chi teme di incorrere in ritardi . Operatori come il colosso cinese della telefonia China Mobile ha dichiarato in via non ufficiale al Journal che non metterà a disposizione della sua platea di 400 milioni di utenti un telefonino Android prima del prossimo anno : i problemi di traduzione sono la fonte dei ritardi. Così sarà per Sprint: fonti vicine all’operatore statunitense temono che il lancio di device Android non potrà essere effettuato entro il 2008.
Il problema che si trovano ad affrontare gli operatori è quello della personalizzazione del prodotto Android : devono declinarlo perché aderisca alle proprie esigenze e ai propri servizi, devono adattarlo, coordinandosi con i produttori, ai terminali su cui sceglieranno di implementare i propri servizi. Se HTC e Samsung sono in prima linea a lavorare su Android per sfornare dispositivi quanto prima, Nokia, a tale proposito, aveva già espresso le proprie perplessità riguardo all’implementazione di un prodotto ancora acerbo, nonostante BigG abbia sfornato roboanti demo e prototipi tra cui un device touchscreen ricalcato sull’iPhone e un dispositivo con tastiera completa più simile ai BlackBerry.
Nonostante i tentativi di Google di animare una community con concorsi e aggiornamenti , sono numerose, racconta il WSJ , le softwarehouse che sostengono che sia più facile lavorare con l’ecosistema monoprodotto Apple , in vantaggio su tempistica e modello di business. Google sta ancora lavorando alla propria piattaforma ed è difficile pensare di poter sviluppare dei prodotti su una base cangiante e ancora poco solida, senza la possibilità di sapere quali device ospiteranno Android. Ma non mancano gli sviluppatori che intendono operare in controtendenza : l’ecosistema totalmente open garantito da Google fa gola a molti.
Gaia Bottà
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