Google ha reso pubblici i dati di bilancio relativi ai primi tre mesi del 2009. Con profitti che continuano a crescere, ma in modo meno marcato che in passato: la recessione, insomma, fa sentire i suoi morsi anche a queste latitudini.
Il fatturato complessivo di BigG nei primi tre mesi del 2009 è stato di 5,51 miliardi di dollari (quasi quattro miliardi di euro). Sottraendo a questi le commissioni dovute ai partner commerciali, l’azienda ha fatto registrare entrate lorde per 4,07 miliardi di dollari (+10 punti), e guadagni netti per 1,42 miliardi (+8 per cento) pari a poco meno di 1,1 miliardi di euro.
A fronte di tali dati, il CEO Eric Schmidt ha fatto professione di ottimismo dicendosi soddisfatto dei risultati riportati. “Considerato il fatto che ci troviamo in una recessione molto profonda, la nostra performance è da ritenersi senz’altro buona” ha detto nel corso della conferenza stampa. Ma la realtà è che la congiuntura comincia a far sentire i suoi effetti anche dalle parti di Mountain View.
Dopo essere aumentato in modo sostenuto per quasi tutto il 2008, il tasso di crescita dell’azienda si è fermato alla fine dell’anno. E in quest’ultimo trimestre, notano gli osservatori , è calato di tre punti percentuali. Per parte loro i responsabili di Google non negano il rallentamento, ma invitano ad una lettura “di prospettiva” dei risultati: “È vero, nel corso dei mesi il tasso di crescita del nostro fatturato si è via via affievolito. Ma è altrettanto vero che l’aumento costante nel numero di ricerche da parte degli utenti ci ha consentito di conseguire una crescita annua superiore al 6 per cento”, ha spiegato Schmidt.
Subito dopo, lo stesso amministratore delegato si è soffermato sulla sostanziale tenuta del “modello Google”: “Questi risultati – ha proseguito – confermano sia la robustezza del nostro modello di business che le potenzialità del web per utenti e inserzionisti, come attestato dalla continua crescita nel numero di ricerche e inserzioni”.
La maggior parte del flusso di cassa – giunto in questo trimestre a 2 miliardi di dollari – è dovuto alle commissioni incassate da Google per i “click” sui banner Adwords da parte degli utenti. Per ogni transazione, infatti, le aziende partner versano a Mountain View una piccola, ma nondimeno significativa, commissione. Tuttavia, negli ultimi mesi i navigatori hanno ridotto la frequenza di click sugli annunci a pagamento. E questo ha portato gli stessi inserzionisti ad adottare un atteggiamento maggiormente conservativo, contenendo gli investimenti e concentrando gli sforzi sulle keyword che garantiscono i ritorni più certi.
Da qui ad un rallentamento per Google, il passo è stato breve. E d’altra parte, al di là dell’ottimismo di facciata, anche Mountain View aveva annusato da tempo il cambio di atmosfera economica, optando per una strategia di espansione meno spregiudicata ed aggressiva rispetto al passato. In questo quadro sono stati dismessi alcuni rami di attività poco redditizi, come lo spazio 3D Lively e le inserzioni sui giornali cartacei , e si è proceduto anche a 200 licenziamenti negli uffici marketing e vendite dell’azienda. Per il futuro, si vedrà.
Giovanni Arata