È crisi diplomatica nel mercato degli smartphone, una crisi che vede contrapposti Google – sviluppatrice originaria di Android e fondatrice della Open Handset Alliance (OHA) – contro tutti, nella fattispecie Acer e Alibaba , sviluppatrice dell’OS mobile cinese Aliyun.
La querelle è iniziata con la decisione del produttore taiwanese Acer di distribuire il suo nuovo smartphone (W700) in Cina con sopra installato Aliyun, un sistema simile ad Android (Google ha qualcosa da dire al riguardo di queste somiglianze) e compatibile con quest’ultimo, secondo quanto sostiene la società di e-commerce asiatica (Alibaba).
Google non è stata affatto lieta di conoscere i piani commerciali di Acer visto che, per Mountain View, Aliyun “prova” a essere compatibile con Android ma non ci riesce fino in fondo: di fatto Acer, che è membro di OHA, non dovrebbe avallare l’utilizzo di sistemi operativi che competano con l’originale. L’OS inoltre, secondo Google, al contrario di quanto dichiarato usa parti di Android (pur non violando le licenze software adottate), e BigG ha deciso di fare pressioni su Acer (che diversamente da Alibaba è membro di OHA) per bloccare il lancio dello smartphone.
A complicare ulteriormente la faccenda c’è la constatazione del fatto che lo store accessibile tramite OS Aliyn è pieno di app “pirata”, clonate da quelle “ufficiali” disponibili sul marketplace Android (Google Play).
In ultima istanza Google è riuscita a imporre la propria volontà sul partner Acer, ma ora ci si interroga sugli effetti nel lungo periodo di questa forte presa di posizione da parte di Mountain View. Come conciliare gli obiettivi di espansione di Android con le aspirazioni dei produttori in cerca di sbocco sul mercato cinese, il più importante mercato unico al mondo?
Alfonso Maruccia