Google erige palizzate alla libertà di azione dei propri utenti per scongiurare l’opportunità che violino la legge: per fare in modo che i cittadini della rete coreani non violino il copyright, per evitare che il netizen posti contenuti senza avere il diritto di farlo, ha imposto il divieto di upload.
La proibizione della Grande G agisce sulla piattaforma di blogging Textcube , acquisita in blocco da Mountain View a settembre dello scorso anno. Il servizio è rivolto agli utenti coreani, i server sono localizzati in Corea, Textcube si adegua alle leggi locali. Leggi come quelle approvate di recente dalle autorità di Seul, che prevedono di combattere la condivisione illecita di materiale protetto dal diritto d’autore con avvertimenti e disconnessioni, che attribuiscono ai gestori di piattaforme popolate da contenuti postati dagli utenti la responsabilità di schedare tutti coloro che partecipino registrandoli con le loro generalità.
È questo il motivo scatenante della presa di posizione della divisione coreana di Google. Gli utenti di Textcube, che erano in precedenza incoraggiati ad animare i propri spazi con materiale personale, con brani caricati perché gli altri utenti potessero ascoltarli, sono ora impossibilitati all’upload di file musicali , in qualsiasi codifica e in qualsiasi formato. Il cittadino della rete non può più allestire colonne sonore per il proprio blog, i brani condivisi in precedenza sono stati resi accessibili al solo tenutario del blog. L’unica possibilità concessa agli utenti del servizio è attingere ai campioni di musica offerti da Soribada , una piattaforma dedicata al download di musica a pagamento.
In questo modo, ha spiegato Google Corea prima dell’interruzione degli upload, per gli utenti è più difficile violare la legge. “Limiteremo il caricamento di file musicali per proteggere il copyright dei brani – hanno avvertito dalla divisione coreana della Grande G – e per proteggere i nostri utenti dai possibili danni che potrebbero derivare dalla violazione della legge”. La divisione coreana di Google sta tenendo nei confronti degli utenti di YouTube lo stesso atteggiamento adottato per Textcube: i netizen non possono caricare alcun tipo di clip, la partecipazione è disattivata.
Google ritiene che si tratti di misure “appropriate per proteggere il copyright”, in attesa di poter imbracciare un sistema che sappia discernere fra file protetti e file che i cittadini della rete possano disseminare liberamente. I netizen che popolano Textcube non possono infatti caricare alcun brano musicale: poco importa che l’autore l’abbia rilasciato sotto una licenza che incoraggi la promozione e l libera distribuzione, poco importa che l’artista che detiene i diritti del brano sia lo stesso gestore del blog. Google sta lavorando a un sistema di filtering che possa prevenire le violazioni, probabilmente un corrispettivo del sistema di filtering adottato da YouTube, e fino al momento in cui gli strumenti antiviolazione non saranno attivi rimarrà la restrizione all’upload.
Gaia Bottà