Google, dati segreti nella breccia cinese

Google, dati segreti nella breccia cinese

Nell'attacco di tre anni fa gli hacker erano a caccia di informazioni sensibili appartenenti all'intelligence statunitense. Lo scopo, presumibilmente, era il controspionaggio
Nell'attacco di tre anni fa gli hacker erano a caccia di informazioni sensibili appartenenti all'intelligence statunitense. Lo scopo, presumibilmente, era il controspionaggio

Gli hacker cinesi coinvolti in uno degli attacchi di più alto profilo degli ultimi anni avevano un obiettivo ben preciso in mente, un database di informazioni appartenenti all’intelligence statunitense che sarebbe risultato estremamente prezioso in chiave di controspionaggio.

La breccia nei server di Google destò scalpore e polemiche , avviando una querelle politico-tecnologica che si è protratta sino ai tempi odierni e alla famigerata Unità 61398 , specializzata in cyber-warfare anti-statunitense, alle dirette dipendenze di Pechino.

Le nuove rivelazioni sull’attacco del 2010 arrivano da anonimi agenti dell’intelligence USA, secondo i quali le motivazioni di Mountain View – la raccolta di informazioni sugli attivisti umani – non avevano molto a che fare con la verità.

Gli hacker, dicono, erano piuttosto interessati a carpire un database contenente anni di dati sulle iniziative di enforcement e sorveglianza messe in atto dall’FBI con l’autorizzazione della giustizia. Pechino voleva usare il database per identificare gli agenti cinesi messi sotto controllo, così da poter prendere le contromisure più appropriate.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 mag 2013
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