I troll e i disturbatori che approfittano della mancanza della presenza fisica, fin dalla nascita di internet sono una costante di forum, videogame online e social network e spesso la loro attività di eccede dal semplice scherzo finendo per rovinare l’esperienza degli altri utenti. Non è dunque scontato che questo tipo di comportamento scorretto possa presto presentarsi anche nelle situazioni di realtà virtuale, ed è proprio per questo motivo che il team dietro lo sviluppo di Daydreams , la piattaforma VR presentata nell’ultimo I/O di Google , ha iniziato a condurre una serie di esperimenti volti a capire e a prevedere questo tipo di eventualità.
Robbie Tilton , UX (User Experience) Designer coinvolto nei test, ha descritto, in un post sul blog degli sviluppatori di Google, alcune curiosità legate a queste sperimentazioni.
Google Daydream Labs tackle virtual reality’s social problems https://t.co/m7AJWxAB7o #daydream #googlevr #virtual … pic.twitter.com/K8dfOvLcCz
– Daydream (@AndroidDaydream) August 10, 2016
Il primo esempio che descrive è quello di un negozio virtuale, sviluppato per HTC Vive , dove vengono messi a disposizione degli indumenti che, una volta presi in mano, possono essere posizionati sul proprio avatar o su quello degli altri partecipanti presenti alla simulazione. Nulla vieta però ad un utente di posizionare sugli occhi di un altro partecipante un accessorio, bloccandogli così la vista. A quel punto, se non ci fosse modo di togliere l’accessorio, alla vittima non rimarrebbe che fare il log-out.
“Chiunque dovrebbe sentirsi a suo agio in una sessione di realtà virtuale. Potendo anticipare le azioni degli utenti saremo in grado di scoraggiare, sul nascere, dei comportamenti negativi. Ad esempio, creando un apposito spazio attorno agli utenti potremo prevenire l’invasione dello spazio altrui” ha dichiarato Tilton.
In un altro esperimento i ricercatori mostrano una simulazione di una partita di poker dove i partecipanti vengono rappresentati come cani.
L’utente, avendo la piena libertà di muoversi nell’ambiente, potrebbe svolgere scorrettezze come sbirciare le carte dell’avversario o rubargli le fiches . Per evitare questo tipo di situazione gli sviluppatori hanno fatto in modo che, una volta lasciato il tavolo, il mondo intorno all’utente diventi bianco e nero: l’avatar diventerà quindi invisibile per gli altri partecipanti e gli verrà preclusa qualsiasi interazione.
Il team ha inoltre voluto incentivare le interazioni positive aggiungendo la possibilità di svolgere gesti con le mani come battere il cinque. Ognuna di queste azioni sarà accompagnata da degli effetti speciali e da effetti sonori: “Sembra banale ma alle persone piacciono queste cose” ha sottolineato Tilton.
La piattaforma Daydream è ancora in sviluppo e al momento gli unici dispositivi ad essere Daydream-ready sono lo ZTE Axon 7 e l’Asus Zenfone 3 Deluxe.
Pasquale De Rose