Il Tribunale di Milano ha confermato che la legge antipirateria (n. 93 del 14 luglio 2023) deve essere rispettata da tutti i fornitori di servizi Internet. Con l’ordinanza dell’11 marzo ha stabilito che Google deve bloccare l’accesso ai siti che trasmettono illegalmente i contenuti in streaming. In pratica, gli utenti non possono utilizzare i DNS pubblici dell’azienda di Mountain View.
Google deve rispettare le richieste di blocco
In base alla legge antipirateria, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) può ordinare ai prestatori di servizi Internet, inclusi i provider VPN e DNS, il blocco dei nomi di dominio e degli indirizzi IP dei siti che permettono l’accesso illegale ai contenuti protetti dal diritto d’autore.
I titolari dei diritti, ad esempio DAZN e Sky, inviano una segnalazione attraverso Piracy Shield e il blocco deve avvenire entro 30 minuti. Secondo il Tribunale di Milano, Cloudflare non è obbligata ad iscriversi alla piattaforma, ma deve ugualmente impedire l’accesso ai siti pirata tramite i suoi servizi.
Un caso simile riguarda Google. In seguito alla denuncia di AGCOM, il Tribunale ha ordinato all’azienda di Mountain View di rispettare le richieste di blocco. Deve quindi impedire l’accesso ai siti pirata con i suoi DNS pubblici (8.8.8.8 e 8.8.4.4). Il Commissario Massimiliano Capitanio (che ha riportato la notizia) scrive “Open DNS” nel post su Facebook. Non c’è tuttavia nessuna correlazione con il servizio offerto da OpenDNS.
L’ordinanza dovrà essere confermata durante una prossima udienza. In quel caso, Google potrà fornire le sue argomentazioni a difesa. All’inizio di marzo è stata avviata una consultazione pubblica sulla versione aggiornata del regolamento che recepisce le modifiche apportate alla legge antipirateria.