In poche ore si sono scatenati: una nota diffusa ieri da Google, il primo aprile, ha confermato al mondo la nascita di Gmail , un servizio che consentirebbe la sottoscrizione gratuita di caselle di posta elettronica da un gigabyte. Una notizia ripresa in grande stile in poche ore da tutti i media.
Nella nota, che per qualche ora non pochi hanno considerato un pesce d’aprile , Google sostiene che le nuove caselle di posta non sono delle semplici web-email perché il loro funzionamento, nella gestione, nell’antispam e via dicendo, sarebbe interamente basato sui sistemi di ricerca sviluppati dal motore. “Un utente – ha affermato Google – non dovrà più creare cartelline o directory per trovare i propri messaggi”.
Il servizio, che al momento pur essendo dichiaratamente in fase beta non può essere sottoscritto se non da pochi sconosciuti eletti beta-tester, cosa che ha insospettito alcuni cronisti memori delle trovate di Google per il primo aprile degli anni scorsi, sarebbe anche del tutto libero dall’advertising tradizionale: no ai pop-up, dunque, o ai banner, quegli orpelli che “infestano” le webmail di molti fornitori di servizi.
Al loro posto, Google inserirebbe nelle mailbox dei propri utenti un sistema di link sponsorizzati del tutto simile a quello già utilizzato per le proprie pagine di ricerca su web. In questo caso, i link sarebbero associati agli interessi dell’utente attraverso un sistema automatico di analisi dei contenuti delle email dell’utente stesso. Questo elemento, che ha fatto gridare allo scandalo e al Grande Fratello , viene giustificato da Google che spiega: “Nessun umano leggerà mai la posta”. Tutto automatico, dunque, sono gli algoritmi che dovranno rendersi conto di cosa interessa e cosa no e, di conseguenza, proporre advertisign “mirato” anche sulle pagine private dell’utente.
Il comunicato di Google racconta la leggenda secondo cui Gmail sarebbe il prodotto di una cosa chiamata progetto 20 per cento , la pratica secondo cui i programmatori di Google devono passare un giorno alla settimana lavorando su progetti che interessano a loro prima che all’azienda.
Uno dei fondatori di Google, Larry Page , ci ha messo del suo dichiarando che “Gmail risolve tutti i miei problemi di comunicazione, è veloce e facile e ha tutto lo spazio di cui ha bisogno. Posso usarlo da qualsiasi parte. Lo amo!”
In realtà Gmail rimane un progetto fantasma perché a parte le FAQ presenti sul sito e qualche ulteriore indicazione non è ancora possibile vedere “dal vivo” le nuove fantasmagoriche mailbox messe a punto dalla società di Mountain View.
La nota di Google comunque focalizza le novità in tre punti:
- Ricerca: è possibile cercare in un attimo qualsiasi messaggio inviato o spedito;
- Spazio: un gigabyte per l’archiviazione dei messaggi;
- Velocità: non servono le cartelline e i messaggi sono organizzati in automatico in “conversazioni” che presentano i messaggi nel loro contesto con tutte le repliche a ciascuno di essi, cosicché lo spam, parole di Google, diventa l’equivalente di carne in scatola (come noto il termine “spam” deriva proprio dall’uso della carne in scatola “Spam” in uno sketch comico dei Monty Python).