Google Doodle: bello come una pizza, cattivo come una pizza all'ananas

C'è una pizza su Google, ma non è come sembra

Il Google Doodle di oggi è dedicato alla pizza per un motivo specifico legato ad una ricorrenza, ma c'è qualcosa che stona e che ha il sapore dell'ananas.
C'è una pizza su Google, ma non è come sembra
Il Google Doodle di oggi è dedicato alla pizza per un motivo specifico legato ad una ricorrenza, ma c'è qualcosa che stona e che ha il sapore dell'ananas.

Sapete perché oggi su Google c’è un Doodle dedicato alla pizza? Il motivo lo si trova ovviamente su Google, ma non cliccando sul logo (dove invece parte un simpatico giochino in cui occorre tagliare una pizza per accumulare punti), ma passando dal sito dell’Unesco. Qui:

 “L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” è stata riconosciuta come parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana, secondo i criteri previsti dalla Convenzione Unesco del 2003. Si tratta di una pratica culinaria che comprende varie fasi, tra le quali la preparazione dell’impasto, un movimento rotatorio fatto dal pizzaiolo e la cottura nel forno a legna.

L’Arte è nata a Napoli, dove vivono e lavorano circa 3000 pizzaiuoli, suddivisi in tre categorie in base all’esperienza e alle capacità. Ogni anno l’Accademia dei Pizzaiuoli Napoletani organizza corsi sulla storia, gli strumenti e la tecnica dell’arte con lo scopo di assicurarne la sopravvivenza, ma gli apprendisti possono fare pratica anche nelle loro case, dove l’arte è ampiamente diffusa.

Il riconoscimento dell’UNESCO porta la pizza, cibo tra i più amati e consumati al mondo, nell’Olimpo della cucina nazionale e internazionale e identifica l’arte del pizzaiolo napoletano come espressione di una cultura che si manifesta in modo unico, perché la manualità del pizzaiolo non ha eguali e fa sì che questa produzione alimentare possa essere percepita come marchio di italianità nel mondo.

Era il 6 dicembre 2017 quando l’Unesco aggiungeva l’arte del pizzaiolo tra i beni riconosciuti propri del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità. Un riconoscimento apprezzato e un doodle apprezzatissimo, immediatamente trending topic su Twitter in Italia, che tuttavia lascia molto a desiderare per la scarsa italianità dei contenuti.

Google Doodle per la pizza

Si parte dalla Margherita, e fin qui tutto a posto: tre tagli e si passa al round successivo. Salame piccante, e anche qui tutto a posto (ognuno starà pensando già al differente nome che la propria pizzeria preferita attribuisce a questo tipo di ricetta), semmai a stonare è il suono delle forbici invece di quello di un coltello, ma non sarà questo a distogliere l’attenzione dalle geometrie del “cut”. Si passa quindi alla pizza bianca e si pensa di aver passato il peggio. Ma poi viene la “Calabresa“. Per accettarla bisogna cercarne le declinazioni esterofile, ma i cultori della soppressata difficilmente riusciranno a digerire la vocale dissonante.

Poi arriva la Muzzarella e per un italiano medio la misura è già colma: un bel Doodle s’è giocato tutte le sue carte. La Hawaiana con l’ananas dimostra che le buone intenzioni non sempre corrispondono ad una buona messa a terra. Google, stavolta hai toppato!

Oltre non siamo andati: la Magyaros premia l’internazionalità della Pizza ma non certo l’arte del Pizzaiuolo napoletano. Tutto sommato è solo un doodle, vero, ma sulla homepage più visitata del mondo.

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Pubblicato il
6 dic 2021
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