Google driverless car, il primo colpo di frusta

Google driverless car, il primo colpo di frusta

Mountain View sfodera video e ricostruzioni per convincere di quanto le proprie auto autonome siano efficienti rispetto all'essere umano
Mountain View sfodera video e ricostruzioni per convincere di quanto le proprie auto autonome siano efficienti rispetto all'essere umano

Da quando ha intuito, a spese di un polverone di polemiche , che le semplici rassicurazioni non bastano a tranquillizzare i frequentatori delle strade statunitensi, Google ha iniziato a prodigarsi in ogni genere di dettaglio riguardo agli incidenti delle proprie auto senza pilota, la cui flotta in sperimentazione presso la rete stradale di California e Texas ormai percorre 10mila miglia alla settimana. Soprattutto quando ci scappa il ferito, ed è necessario attribuire le responsabilità.

Google Car

È dunque con una dettagliata ricostruzione, e con un video, che Google illustra le dinamiche del primo incidente che ha riportato un lieve danno per uno dei viaggiatori coinvolti: si è trattato di un semplice colpo di frusta per il passeggero a bordo dell’auto a guida autonoma di Google.

Chris Urmson, a capo del progetto di Google dedicato alle auto senza pilota, riferisce che il sinistro si è verificato nei pressi di un incrocio, nell’area di Mountain View: il semaforo era verde, ma l’ingorgo in carreggiata ha costretto la Lexus di Google a rallentare e fermarsi, per non occupare l’incrocio nel momento in cui fosse scattato il rosso. L’automobile che stava sopraggiungendo ad una velocità di 27 km/h, senza frenare, si è scontrata con la macchina di Google, rimettendoci il paraurti, e infliggendo alla driverless car qualche graffio, oltre a far riportare al suo passeggero un lieve colpo di frusta.

“Certamente il guidatore era distratto e non stava guardando la strada” spiega Urmson, che ribadisce altresì che “in nessun caso le auto senza pilota si sono rese responsabili di alcun impatto”: “Piuttosto il tema ricorrente è l’errore umano e la mancanza di attenzione”. Problemi che non si pongono per il complesso di sensori e di algoritmi che supportano le automobili autonome nella guida: “prestano attenzione a centinaia di oggetti contemporaneamente – ricorda Urmson – hanno una vista a 360 gradi e non si stancano, non si innervosiscono e non si distraggono mai”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
17 lug 2015
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