Si chiama Duo il nuovo servizio di videochat che Google ha reso disponibile il giorno di ferragosto. Si tratta di una semplice app che permette di video chattare one to one con dispositivi iOS e Android. Duo è stato presentato in occasione del Google I/O di maggio a braccetto con l’app di messaggistica intelligente (che fonde AI e machine learning) Allo .
Duo, spiega Google, è contraddistinta dall’interfaccia semplice, l’affidabilità e la velocità. Non è necessario creare un account per poter utilizzare l’applicazione, il processo di setup si limita ad una conferma via SMS. I contatti con i quali poter videochattare vengono selezionati dalla rubrica del cellulare. Per non deludere gli utenti sotto l’aspetto delle performance, Google si è concentrata nel progettare un sistema in grado di modificare la qualità della chiamata a seconda della banda disponibile. L’aggiustamento automatico della risoluzione è tarato per evitare le cadute di linea e per riuscire a gestire senza interruzioni anche i passaggi da rete Wifi a rete cellulare . Il processo viene regolato dal framework video WebRTC che dimostra di comportarsi egregiamente qualora la connessione dovesse essere disponibile anche solo in modalità 2G (a scapito ovviamente della qualità video) stringendo così l’occhio ai paesi emergenti.
Per agevolare un’interazione più spontanea e meno invasiva, Duo è stato corredato da una funzione denominata knock knock che consiste in un piccolo anticipo video del chiamante. Prima di accettare o rifiutare l'”invito a rispondere”, viene quindi stabilito un primo contatto visivo, che aiuta a capire il contesto ed intuire quale possa essere il taglio della chiamata.
Per fornire garanzia in materia di privacy inoltre lo scambio di dati è protetto dalla crittografia end to end .
Fin da subito ha colpito l’interfaccia molto pulita ed intuitiva dell’applicazione: per questo qualcuno ha visto in Duo il corrispettivo di FaceTime di casa Apple in versione essenziale. La mancanza di fronzoli è stata per altri invece l’evidente dimostrazione che a Mountain View non sia stata ancora delineata una strada maestra per quanto riguarda lo sviluppo di servizi di comunicazione online: anche volendo premiare la semplicità, mancano all’appello funzioni ormai considerate basilari da uno strumento di messaggistica: l’app non è multipiattaforma, funziona solo su smartphone e non permette di gestire conference call . Ma ciò che colpisce di più è la moltiplicazione di app specifiche (Duo, Allo, Hangouts) piuttosto che una loro unificazione.
Nel frattempo, a smuovere ulteriormente le acque, c’è l’ annuncio (passato molto sottotono) dell’imminente dismissione di Hangouts on Air da Google Plus. Dal 12 settembre, gli utilizzatori del social network avranno a disposizione l’integrazione con Youtube Live che manda definitivamente in soffitta il vecchio servizio. Anche in questo caso sono la semplicità e la pulizia a far da padroni ma a fronte di alcune rinunce. Vengono persi gadget utili come Q&A, che permetteva di raccogliere domande da parte dei fruitori, Showcase che permetteva di mostrare contenuti extra con finalità promozionali durante la visione dei video e ancora Applause, applicazione utile a tracciare il sentiment dei contenuti video. Quale sarà il prossimo passo?
Mirko Zago