Tra un annuncio legato alla prossima versione di Android e l’arrivo di nuove funzionalità per Maps, ciò che è emerso in modo chiaro e netto dall’evento I/O è l’importanza che l’ intelligenza artificiale riveste oggi per Google . È ormai difficile trovare un servizio o una piattaforma del gruppo che ancora non abbia tratto beneficio dall’integrazione di IA e machine learning.
Se in un primo momento gli algoritmi erano stati impiegati per ottimizzare l’indicizzazione dei risultati sul motore di ricerca e per visualizzare inserzioni pubblicitarie mirate, oggi contribuiscono a identificare i volti nelle foto, a interpretare i comandi vocali e persino a gestire il movimento di un veicolo a guida autonoma, solo per fare alcuni esempi. Fra le tante demo mostrate dal palco dello Shoreline Amphitheatre di Mountain View, però, una in particolare ha suscitato interesse e stupore: quella di Duplex .
In estrema sintesi si tratta di una tecnologia che prende vita sotto forma di assistente vocale , ma che a differenza di ciò a cui siamo abituati non si limita a rispondere alle nostre domande, ad avviare una canzone o a fornire informazioni sulle condizioni meteo. È in grado di inoltrare e intrattenere una vera e propria conversazione telefonica , dall’inizio alla fine, parlando con un linguaggio del tutto naturale a chi si trova all’altro capo della comunicazione. Google ha mostrato all’I/O le chiamate effettuate a un salone di bellezza per prenotare un taglio di capelli e a un ristorante per riservare un tavolo. Entrambe si sono concluse senza che l’interlocutore sospettasse dell’interazione con un software.
Il test di Turing è superato, l’intelligenza artificiale è pronta al grande salto. Sorpresa e applausi dal pubblico. Le potenziali applicazioni di un simile sistema sono enormi. Qualcuno si è però chiesto se davvero vogliamo trovarci un giorno al telefono con un sintetizzatore vocale senza esserne consapevoli?
L’evoluzione dell’IA mostra inevitabilmente – e per certi versi fortunatamente – il fianco a discussioni di carattere etico e filosofico ancor prima che tecnologico. La direzione è segnata e non si tornerà indietro: non possiamo permettercelo e infin dei conti nessuno di noi lo vorrebbe. Ci si chiede però quali siano le implicazioni di uno sviluppo tanto rapido di questi sistemi. Nessuno scenario apocalittico si prospetta all’orizzonte, ma la questione può e dev’essere affrontata.