Google farà in modo che Duplex si presenti come un’ intelligenza artificiale , sgombrando così il campo dall’ipotesi di fraintendimenti. È quanto affermato dall’azienda californiana in risposta alle tante discussioni intavolate negli ultimi giorni.
Stiamo parlando della tecnologia mostrata all’I/O dal CEO Sundar Pichai, un sistema capace di inoltrare una telefonata per prenotare un taglio di capelli o un tavolo al ristorante, con un linguaggio naturale pressoché indistinguibile da quello di una persona in carne e ossa, rispondendo senza esitazioni alle domande poste. La demo è stata capace in un primo momento di strappare applausi e generare stupore, salvo poi sollevare alcune domande tra gli addetti ai lavori e non solo.
È giusto che l’ assistente virtuale nasconda la propria reale identità nel nome di una comunicazione il più possibile naturale? Oppure è necessario chiarire fin da subito che alzando la cornetta si intrattiene una chiacchierata con un insieme complesso di algoritmi e sintetizzatori vocali? E in tal caso, non si rischia di comprometterne almeno in parte l’efficacia? “Dobbiamo pensare bene a come gestire questa interazione mentre la sperimentiamo”. Questa la dichiarazione affidata nei giorni scorsi da Yossi Matias – Vice President of Engineering del gruppo – alle pagine di CNET.
La medesima testata è stata scelta oggi da un portavoce di Google per un ulteriore chiarimento sul tema. Nel suo intervento odierno il gruppo sottolinea come la trasparenza sia un valore irrinunciabile: “Capiamo e consideriamo la discussione su Google Duplex. Come abbiamo sempre sostenuto, la trasparenza nel mondo tecnologia è importante. Stiamo realizzando questa feature con una “disclosure” integrata e garantiremo che il sistema possa essere opportunamente identificato”.
Non è chiaro come questa “disclosure”, questa autoidentificazione di Duplex, possa avvenire in termini concreti. In ogni caso l’intervento di Google lascia intendere due cose: che la dimostrazione vista all’I/O è relativa a una versione preliminare della tecnologia e che il team al lavoro sul sistema è attento ai feedback.
Le possibili applicazioni del sistema sono molte: tornerà utile per ottenere informazioni dalle attività commerciali, almeno stando a quanto visto durante la presentazione. Risulta però difficile pensare che Google ne limiti il raggio d’azione a questo ambito, considerando come smart speaker e altri dispositivi che basano proprio il loro funzionamento sull’ interazione vocale stiano prendendo sempre più piede.