Mentre Microsoft e Yahoo! proseguiranno le proprie attività su Web da concorrenti, Google e IBM hanno deciso di unire le forze per creare nuovi servizi online e nuovi modelli di business. La tecnologia su cui lavoreranno le due partner sarà quella cloud computing , che permette di fornire servizi online d’ogni tipo attraverso reti di risorse distribuite.
Nel corso del prossimo anno IBM e Google realizzeranno una cloud, ossia una rete globale di server, attraverso la quale fornire a utenti individuali e aziende una vasta gamma di servizi, dalla pubblicazione real-time dei risultati sportivi ad applicazioni web-based per l’ingegneria. Il network poggerà su di una piattaforma open source al cui cuore vi sarà Linux, il software di virtualizzazione Xen e Apache Hadoop, l’implementazione open source del Google File System.
Google ha già adottato il modello del cloud computing per offrire agli utenti consumer i suoi molti e famosi servizi online, come webmail e storage. Secondo Eric Schmidt, CEO di Google, non c’è molta differenza tra una cloud indirizzata agli utenti consumer ed una pensata per le aziende.
Tra i servizi di classe enterprise più recenti introdotti da Google c’è Web Security for Enterprise, un’applicazione web-hosted che abbraccia la tecnologia ereditata dall’acquisizione di Postini. Il nuovo servizio protegge i server delle medie e grandi aziende da tutte le principali categorie di malware.
Il cloud computing rappresenta un nuovo approccio alle infrastrutture in cui grandi insiemi di sistemi sono collegati tra loro per fornire servizi IT. L’esigenza di tali ambienti è sempre più sentita per la crescita esponenziale delle apparecchiature connesse in rete e dei processi di streaming di dati in tempo reale, e anche per la diffusione di architetture e applicazioni Web 2.0 orientate al servizio per progetti di collaborazione e ricerca, social networking. I progressi nelle prestazioni dei componenti digitali hanno provocato un enorme aumento della portata degli ambienti IT, e di conseguenza è nata l’esigenza di poterli gestire uniformemente in un’unica “nuvola” (cloud).