Google è evidentemente a conoscenza di quello che i governi vorrebbero sapere: le richieste per il rilascio di informazioni formulate presso Mountain View sono aumentate negli ultimi quattro anni del 120 per cento .
Per dimostrare il suo impegno sul fronte della trasparenza, Google è fin dal 2009 che pubblica i dati relativi alle richieste di accesso ai dati dei suoi utenti fatte dalle autorità. Si tratta di richieste inoltrate a Mountain View in forza di mandati di perquisizione emessi dalle autorità per accedere alle comunicazioni private dei sospettati .
Secondo gli ultimi dati pubblicati , relativi alla seconda metà del 2013, è più che raddoppiata l’ingerenza delle autorità nei dati raccolti da Google: nell’arco di questi sei mesi si è giunti a circa 27.500 richieste relative a 42.648 account. Nel dettaglio solo gli Stati Uniti hanno chiesto più di 10mila accessi a più di 18mila account, dalla Francia sono invece arrivate 2.750 richieste su circa 3.300 account, dalla Germania 2.660 relative a 3.255 utenti, dall’India 2.513, dal Regno Unito 1.397 e dal Brasile poco più di mille.
Secondo Ricard Salgado, a capo del dipartimento Law Enforcement and Information Security a Mountain View, non si tratta solo della logica conseguenza dell’aumento degli utenti di Google e dei dati inseriti sui suoi servizi, ma di un problema di utilizzo dell’autorità da parte dei Governi.
Salgado riferisce altresì che Google ha sempre respinto le richieste fin troppo generiche e si continua ad impegnare sul fronte della trasparenza, anche in collaborazione con altre otto aziende ICT: iniziativa che ha preso il via in seguito alle rivelazioni sulle ingerenze della NSA.
Claudio Tamburrino