Un Rinascimento. Non solo inteso come periodo di rigogliosa fioritura delle lettere, ma anche come risveglio nella diffusione del sapere in formato elettronico. È la visione di Google, che ha recentemente annunciato sul suo blog ufficiale un accordo da molti definito storico. La ricchissima tradizione letteraria del Belpaese verrà digitalizzata e resa accessibile ad un più vasto pubblico di lettori.
I lettori italiani e stranieri potranno non solo rileggere classici da banchi di scuola come Dante e Petrarca, ma anche scoprire le opere più oscure di Guglielmo il Giuggiola o di Coluccio Salutati. Perché saranno circa un milione i volumi della più antica letteratura italiana a sbarcare negli archivi del progetto Google Books. Opere più e meno note, non coperte dal diritto d’autore, che verranno messe a disposizione della Grande G da parte delle principali biblioteche italiane.
“Si tratta della prima intesa a livello governativo che permette a un protagonista del web di accedere a un patrimonio librario nazionale”. È il primo commento rilasciato da Sandro Bondi, ministro per i Beni e le Attività Culturali, su un accordo di collaborazione per un massiccio progetto di digitalizzazione dei tesori (anche quelli più nascosti) delle biblioteche nazionali di Roma e Firenze .
Quella di Firenze, ad esempio, metterà a disposizione di Mountain View alcune rare opere scientifiche risalenti al periodo dell’Illuminismo, oltre ad una serie di opere letterarie del XIX secolo. Poi Roma, che fornirà i suoi gioielli cartacei, frutto del pensiero di Giambattista Vico, Keplero e Galileo Galilei.
Stando ad un comunicato stampa , l’accordo tra il MiBAC e Google prevederà dunque la digitalizzazione di circa un milione di volumi, 285mila dei quali sono stati già metadatati e catalogati dal Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Nei due anni successivi verrà poi completata la catalogazione dei volumi scelti, che saranno digitalizzati da BigG e quindi messi online. E sarà la stessa Grande G a farsi carico dell’intero costo di digitalizzazione , prevedendo inoltre l’allestimento di uno scanning center nel Belpaese.
“Questo accordo con Google, che definirei storico, si prefigge tre obiettivi – ha dichiarato Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale – In primo luogo, digitalizzare e diffondere nel mondo parte dell’enorme tesoro librario italiano. In secondo luogo, conservarlo e preservarlo in eterno dagli agenti atmosferici e dall’usura del tempo. In ultimo, con la messa online gratuita di questo patrimonio, promuoviamo la conoscenza in tutto il mondo della nostra cultura, rendendola accessibile a tutti”.
Si tratta dunque di una stretta di mano che – almeno nella visione dei due attori in gioco – fornirà al Belpaese una nuova maniera per valorizzare i propri beni. E a Google una più che ghiotta occasione di accaparrarsi un patrimonio letterario come pochi al mondo. Ma c’è un’altra opportunità a disposizione del MiBAC: quella di approdare in maniera più consistente tra i meandri digitali del progetto Europeana .
Sempre secondo i dettagli principali dell’accordo , Google fornirà alle due biblioteche di Roma e Firenze le copie digitali di ciascun libro, così che possano a loro volta renderli disponibili anche su piattaforme diverse da quella di Mountain View, come appunto quella legata a Europeana .
Un’occasione da non perdere per BigG, in modo tale da espandere il suo parco di biblioteche, attualmente una quarantina, con quelle di Harvard e Oxford a fare da apripista. E anche un modo per esorcizzare le ostiche difficoltà incontrate lungo il cammino del progetto Book Search, a partire dal contenzioso attualmente in atto in terra statunitense sulle cosiddette opere orfane. Che non saranno incluse nel nuovo Rinascimento digitale nel paese tricolore.
Mauro Vecchio