Google non avrà trovato la stanza del male , ma nella parte della lobbista sembra trovarsi sempre più a suo agio: tanto da avere un budget destinato al lavoro di anticamera che incalza da vicino quello di Microsoft.
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Google sulle sue spese di lobbying (solo negli Stati Uniti), il 2009 ha visto aumentare il bilancio destinato a questo scopo in un trend di crescita costante negli ultimi anni che ora vede Mountain View molto vicina alle cifre di Redmond.
Nel 2007 la spesa totale era di oltre un milione e mezzo di dollari, contro i nove milioni di Microsoft. Nel 2008 il budget era quasi raddoppiato, arrivando a 2.840.000 di dollari (contro un calo di cento mila dollari da parte Big M). Il 2009 le distanze fra le due sono notevolmente diminuite, con Google che è arrivata a stanziare oltre 4 milioni di dollari e Redmond che è scesa a 6.720.000.
L’aumento non dovrebbe sorprendere vista la crescita della società Google e dei suoi affari nel corso degli anni. Inoltre è possibile registrare un crescente interesse della normativa rispetto alle attività di Google, sia per l’elevato numero di operazioni eseguite, sia per la natura innovativa di molte di queste. In particolar modo a rischiare di far finire Mountain View nel mirino potrebbero essere questioni di antitrust (detiene quasi l’80 per cento del market share dell’advertising online e punta ora, con l’ acquisto di AdMob, anche a quello mobile) o attinenti la privacy degli utenti.
Google, inoltre, si assesta solo al quarto posto (per quanto riguarda il settore computer e Internet) nel finanziamento direttamente ai partiti, dietro la stessa Microsoft, Cisco e Hewlett-Packard.
Claudio Tamburrino