Roma – Salve, complimenti da parte mia per l’ottimo servizio. Vi scrivo per quello che mi sono trovato ad affrontare come un vero problema. Come tanti utilizzatori della rete trovo fondamentale per la raccolta di informazioni l’uso di Usenet. IMHO Google con i suoi “gruppi” ha fatto una gran cosa, un’impresa forse storica .
Ho provato vari reader di newsgroup ma devo dire che nessuno offre le stesse potenzialità di Google in quanto a ricerche, anche se questo può apparire scontato. Ebbene, Google ha però trascurato un problema enorme : per postare tramite il suo sistema bisogna essere iscritti. Bastano semplicemente una mail valida ed una password.
Ebbene, questa “mail valida” è una potentissima arma a doppio taglio: una volta postati i messaggi su Usenet, lo stesso indirizzo usato per iscriversi su Google (che deve essere confermato, perciò reale, attivo, in uso) è quello che appare come mittente del post . Già, logico in un sistema perfetto, ma siccome qui siamo in internet, io stesso ci metterei veramente poco a creare un programmino che scansioni le pagine di Google Groups rastrellando selvaggiamente indirizzi e-mail!
Normalmente, con i vari reader, si può creare una sorta di workaround immettendo qualche carattere di disturbo nell’indirizzo del mittente, magari aggiungendo una nota a piè pagina che dia indicazioni comprensibili solo ad umani (non a spiders/robots) su come ottenere l’indirizzo reale del mittente.
Ebbene, ora che Google Groups è un sistema avviato: perchè Google non aggiunge semplicemente un campo alla registrazione “Indirizzo da mostrare in pubblico ( )”, consentendoci di fornire a Google (come è giusto) il nostro indirizzo valido e al pubblico (e agli spammers) un indirizzo fake!
Saluti e buona giornata
Matteo B.
Ciao Matteo
come già ho avuto modo di ricordare ad un utente che lamentava proprio un episodio di spam, Google ha una policy chiara su questo punto, tanto che consiglia di usare un altro reader per Usenet se non si vuole che la propria email venga pubblicata insieme ai propri post.
Giriamo comunque la domanda a Google e speriamo di poter presto pubblicare una risposta che possa essere più fertile di quanto pubblicato dalle sue FAQ.
A presto, Adele Chiodi