Google, Yahoo! e Microsoft sono tre delle aziende ITC che stanno collaborando alla nascita di un’associazione non profit con lo scopo di colpire le farmacie online illegali . E che risponde all’appello lanciato dall’amministrazione Obama.
A riferirlo è Victoria Espinel, coordinatore della Casa Bianca per le normative sulla proprietà intellettuale: il problema delle farmacie online ha un aspetto di contraffazione (economico) e uno di controllo (salute pubblica) e per questo ha attirato l’interesse del Governo federale.
In totale, per il momento, si tratta di un business che vale 75 miliardi di dollari di fatturato globale secondo la National Association of Boards of Pharmacy e che rappresenta, per quanto riguarda solo gli Stati Uniti, circa l’1-2 per cento delle medicine totali.
È ancora solo una piccola percentuale del settore, ma l’amministrazione sta provando ad intervenire tempestivamente evitando che diventi un problema più grande.
Senza voler ricorrere poi alla legislazione pubblica, Washington ha tentato questa volta di coinvolgere il settore privato: oltre a Google, Yahoo! e Microsoft partecipano all’iniziativa eBay, American Express, Visa, Mastercard e PayPal.
Queste ultime hanno avuto un ruolo anche nell’altro caso che ha recentemente coinvolto la Casa Bianca per eventi che hanno interessato la Rete, cioè nel Cablegate .
La collaborazione tra queste aziende che rappresentano importanti snodi online può evitare l’ingerenza pubblica permettendo di controllare e bloccare le vie commerciali seguite da questi siti che spacciano materiali potenzialmente pericolosi.
Le conseguenze della diffusione delle farmacie non autorizzate online , infatti, non è solo un problema di contraffazione in sé (per la conseguente perdita per le ditte farmaceutiche), ma anche un rischio per la salute: i farmaci contraffatti sfuggono al controllo dell’amministrazione pubblica e rischiano di contenere ingredienti non attivi o di essere contaminati da sostanze esterne, anche nocive .
Claudio Tamburrino