Google, nel tentativo di accondiscendere alla richieste dell’industria dei contenuti senza abdicare alla propria missione di organizzare il sapere diffuso in Rete, sceglie di non piegarsi alle richieste di rimozione per violazione del copyright che non siano circostanziate.
A mostrarlo con chiarezza sono le informazioni che Mountain View rende disponibili nel nome della trasparenza : se certa parte dell’industria dei contenuti invita Google a rimuovere dai risultati di ricerca le home page dei siti che indirizzano a contenuti caricati in Rete in violazione del copyright, Google sembra prendere in considerazione sono i link alle pagine dedicate al singolo contenuto, lasciando che le home page dei siti siano rintracciabili dai cittadini della Rete.
L’ esempio preso in considerazione da TorrentFreak riguarda il pacchetto di richieste di rimozione inoltrate da MPAA la scorsa settimana: fra siti dedicati ai torrent e siti dedicati allo streaming di contenuti caricati senza l’autorizzazione dei detentori dei diritti, MPAA segnala 81 URL, relativi a 76 domini. Si tratta per la maggior parte di home page, o di pagine interne che accolgono l’utente in una sezione del sito: è probabile che presso gli URL segnalati da MPAA, come fossero vetrine, si avvicendino dei link alle pagine dedicate ai singoli contenuti di proprietà degli studios. Google, però, ne ha negato la rimozione delle home dai risultati di ricerca: Torrentfreak ricorda come Google non entri nei particolari delle motivazioni per cui nega una richiesta di rimozione , ma ipotizza che le home page siano rimaste regolarmente indicizzate perché l’industria dei contenuti starebbe chiedendo troppo.
Google, anche in passato, si è mostrata restia nell’ agire sulle home page con dei meccanismi di rimozione basati sul DMCA: non può evidentemente sostituirsi all’autorità giudiziaria nell’analizzare la natura di un sito, ma si limita a verificare la legittimità della richiesta di rimozione controllando che il singolo URL ospiti il contenuto segnalato in violazione del diritto d’autore. Per il resto, ci sono gli algoritmi . ( G.B. )