Google e YouTube: made in China

Google e YouTube: made in China

Gioca sulla pronuncia e ne ricalca il logo. Dietro, forse, una studentessa universitaria e un progetto new age. Ma c'è anche chi prova a fare politica con i video
Gioca sulla pronuncia e ne ricalca il logo. Dietro, forse, una studentessa universitaria e un progetto new age. Ma c'è anche chi prova a fare politica con i video

Si chiama Goojje e, da quando Google ha annunciato il suo stand-by sul ricco mercato di naviganti cinesi, ha avuto la sua fetta di visibilità: si tratta infatti di un epigono tarocco del motore di ricerca di Mountain View, apparso in Rete subito dopo lo scontro Google-Cina.

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Già dall’homepage la somiglianza è lampante (evidente anche il riferimento all’altro motore di ricerca cinese, Baidu) e dal nome tutto diventa esplicito: le sillabe “gle” dell’originale significano in cinese “fratello maggiore”, il sostituto “jje” sta invece per “sorella maggiore”.

“Sorella è stata molto contenta quando fratello ha rinunciato a lasciare il paese e deciso di restare con sorella” si è letto in questi giorni sul sito: interpretato come una sorta di appello all’originale, non ha comunque ricevuto alcuna risposta da parte Google.

Dietro all’ istant sito sembra tra l’altro esserci, a giudicare dai messaggi che campeggiano in homepage, una sola persona, forse una studentessa universitaria di Guangdong nel sud della Cina, con una filosofia di armonia e pace: la “sorella” sarebbe nata per non lasciare soli i “fratelli”. Una specie di equilibrio nella forza con tanto di appello ad una sorta di progetto open source: “il nostro team di una solo persona è troppo debole – si legge ancora – abbiamo bisogno del vostro aiuto”.

Oltre a Google, a pochi giorni di distanza, è inoltre uscita fuori la copia di YouTube, YouTubecn.com , dietro cui potrebbe invece esserci un’intenzione più esplicitamente provocatoria: il sito offre i medesimi contenuti dell’originale che in Cina è bloccato dal 2008 in seguito alla divulgazione dei video sulle proteste tibetane. Anche il nome rimane lo stesso a parte per l’aggiunta del suffisso nazionale. “Lo faccio come servizio pubblico” ha inoltre affermato il fondatore della copia del tubo, Li Senhe. Per quanto rimarrà online dipenderà dalle decisioni del Governo.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
28 gen 2010
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