Google Earth: la celebrità vien dal cielo

Google Earth: la celebrità vien dal cielo

Sempre che non piova o che l'aereo che deve scattare le foto possa sorvolare i fan dei servizi di BigG per consegnare le loro pose alla rete. E' accaduto in Australia. Deluso chi sperava in uno sprazzo di visibilità
Sempre che non piova o che l'aereo che deve scattare le foto possa sorvolare i fan dei servizi di BigG per consegnare le loro pose alla rete. E' accaduto in Australia. Deluso chi sperava in uno sprazzo di visibilità

Sydney – Tutti pronti, festosi, posizionati ed emozionati, il naso puntato al cielo. Chi indossa rimasugli fluo ripescati dagli anni novanta, chi si circonda di frecce di proporzioni enormi, chi si preoccupa di placare le turbolenze giocose di bambini scalmanati, “ché si rovina la composizione umana che proviamo da giorni”.

Aspettano che l’aeroplano marchiato Google, un bimotore in livrea colorata affittato per l’occasione, sorvoli Sydney scattando foto da seicento metri d’altezza , da integrare in Google Earth . È l’occasione per dare il via ad una serie di manifestazioni capaci di mobilitare la fantasia delle folle con il passaparola e con la promessa di popolarità permanente all’interno dei servizi di BigG.

È l’occasione per migliorare la qualità delle immagini catturate finora. Infatti, se ora Sydney è mappata con una risoluzione che consente di distinguere automobili e poco più, Lars Rasmussen, capo di Google Australia e del team di Google Maps (nonché iniziatore della società Where 2 Technologies, precursore di Google Maps/Earth), ha assicurato che le nuove foto consentiranno tre o quattro livelli di zoom in più. Una gioia per i ” mappomani ” più incalliti, che potranno spulciare le immagini di Sydney alla ricerca di persone ben distinguibili, arroccate nelle formazioni più improbabili o colte in pose imbarazzanti, come accaduto alla donna olandese , divenuta celebre, suo malgrado, per essere stata fotografata nuda, mentre si godeva il sole credendosi protetta da guati indiscreti.

Ma è venerdì mattina e Google sta cercando di districarsi fra permessi negati e una congestione di traffico nei cieli sopra Sydney, situazione che inevitabilmente costringe la compagnia a limitare il percorso, a ridimensionare le aspettative . E, nel frattempo, le nove scivolano nelle dieci, le undici non scoraggiano i gruppi più risoluti, e le tredici fanno scartare i panini del pic-nic. Google tarda, ma è l’ Australia Day , e tanto vale festeggiare.

Il cuoricione C’è qualcuno che però non festeggia: contava sull’inaudita visibilità concessa gratuitamente per lanciare messaggi d’importanza vitale. C’è chi aveva riposto nell’evento la speranza di poter riconquistare una moglie esasperata, con lettere cubitali e un “cuoricione” che si sarebbe visto, e molto bene, su Google Earth (vedi foto). In duecento hanno rischiato un’insolazione mentre si immobilizzavano sulle bianca rena di Bondi Beach, tutto pur di propagandare il loro messaggio a tutela dell’ambiente, un VOTE CLIMATE umano.

C’è anche qualcuno che in questa occasione di visibilità gratuita aveva intravisto un’opportunità di business, investendovi denaro, fatica ed entusiasmo, tentando un’impresa che altri perseguono con strategie differenti . Chi aveva pensato di poter rivendere un dominio appena acquistato giocando al rialzo, facendo leva sulla sua insolita visibilità aerea, e chi , riporta il Sydney Morning Herald , aveva investito diecimila dollari in un’installazione che, impressa sul verde di Queens Park, avrebbe potuto garantire popolarità alla sua software company.

Nulla da fare, per molti di loro. Ci sarà da ritentare in altre occasioni: dopo questo piccolo fallimento, Google ha fatto sapere che tenterà di ripetere l’esperienza il 14 luglio a Parigi o durante il giorno dell’Indipendenza in qualche località non precisata degli Stati Uniti.

Ma le aspiranti celebrità non disperino: le loro installazioni potrebbero essere state immortalate da Microsoft. Con l’iniziativa Look Up and Smile , in collaborazione con National Australia Day Council, Microsoft ha sorvolato i cieli australiani con intenti simili a quelli di Google, ma con una pianificazione forse più accurata.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
31 gen 2007
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