Google Earth , il conosciuto mapping tool che permette di sbirciare in ogni angolo del globo dal proprio computer, viene impiegato da tutti: anche da alcuni degli insorti palestinesi. Ma non per ammirare una spettacolare e panoramica distesa a ridosso del mare, bensì per individuare obiettivi da colpire . Questo almeno è quanto riferisce il quotidiano inglese The Guardian : in particolare parla dell’impiego che ne fa la Brigata Martiri di Al-Aqsa, gruppo allineato ad Al-Fatah, per avere riscontri e riferimenti sugli obiettivi delle proprie gesta.
“Cerchiamo i dettagli su Google Earth per poi verificarli sulle nostre mappe del centro città e delle aree sensibili”, spiega Khaled Jaabari, capo del gruppo a Gaza e conosciuto come Abu Walid, mostrando un’immagine aerea della città israeliana di Sderot sul suo computer, per chiarire come il suo gruppo cerchi gli obiettivi.
The Guardian il mese scorso ha filmato il lancio di un razzo di Al-Aqsa, diretto verso un’area disabitata del deserto di Negev . Trattandosi di armamenti poco più che rudimentali, molte azioni hanno colpito Sderot , uccidendo una dozzina di persone negli ultimi tre anni.
Quel che può sorprendere è il fatto che uno strumento di utilità ormai universalmente riconosciuta, qual è Google Earth, possa essere agevolmente sfruttato anche per scopi così particolari. Molti paesi avevano in passato richiamato l’attenzione sugli impieghi “non convenzionali” di Google Earth.
E Google? Interpellata sulla vicenda, l’azienda ha riferito di sapere perfettamente che il suo mapping service comporta potenziali rischi, ma non ha voluto rilasciare alcun commento specifico. “Siamo attenti alle preoccupazioni sui rischi per la sicurezza introdotti da Google Earth”, dice l’azienda in un comunicato. “La libreria di immagini disponibile non è l’unica: esistono mappe satellitari e aeree , ad alta risoluzione, di ogni paese del mondo, ampiamente diffuse e reperibili da numerose fonti. In effetti, chiunque voli al di sopra di una qualsiasi area o vi guidi un automezzo può ottenere informazioni simili”.
The Guardian ha anche chiesto se l’azienda avesse ricevuto dal governo israeliano richieste di oscurare, all’interno del portale Google Earth, alcune aree ritenute a rischio. “Google ha promosso e continuerà a promuovere il dialogo con i più noti esperti e con le più importanti agenzie di sicurezza del mondo”, ha risposto l’azienda.
Marco Valerio Principato