Si intitola Più trasparenza nelle richieste governative ed è il nuovo post apparso sul blog ufficiale del gigante californiano Google. Ancora una volta protagonista, il documento lanciato due anni fa per informare gli utenti sulle varie richieste di rimozione dei contenuti provenienti dai governi di tutto il mondo. Ora aggiornato al dicembre dello scorso anno, il transparency report di BigG parte ovviamente da numeri e percentuali.
Al primo posto nella classifica dei paesi più attivi, gli Stati Uniti con un totale di 6,321 richieste inviate alla Grande G per ottenere informazioni dettagliate su certi netizen . Con oltre 12mila account coinvolti, il colosso di Mountain View ha soddisfatto il governo statunitense nel 93 per cento dei casi. È la percentuale più alta in tutto il mondo, opposta a quelle relative a paesi come la Russia e l’Ungheria dove Google non è mai intervenuta.
È certo curioso constatare che le più imponenti democrazie occidentali rientrino tra quei paesi che maggiormente sfruttano gli strumenti di Google per cassare video su YouTube o chiedere il nome completo di un certo blogger. Francia, Regno Unito e Germania superano quota 1,400 richieste . Molto più indietro l’Italia, con appena 844 segnalazioni che sono state accolte da BigG nel 51 per cento dei casi.
Ma cosa vogliono nello specifico le autorità? Stando a quanto dichiarato nello stesso post di Google, il governo di Madrid avrebbe chiesto la rimozione di quasi 300 link a post o articoli critici nei confronti di determinate figure politiche . Le autorità canadesi hanno chiesto all’azienda californiana di rimuovere da YouTube la scena in cui un cittadino locale decide di urinare sul proprio passaporto. Google ha però risposto picche.
Numerose segnalazioni sono poi arrivate dai paesi asiatici, in particolare India e Thailandia per filmati in presunto contrasto con i principi sia religiosi che monarchici. Mentre dal Regno Unito sono stati indicati più di 600 video YouTube, accusati di voler fomentare il terrorismo internazionale. La Grande G avrebbe dunque eliminato un gruppo di cinque account su precisa indicazione della polizia d’Albione .
“Questo aumento nel numero complessivo delle richieste non è sorprendente – ha spiegato il senior policy analyst di Google Dorothy Chou – dal momento che ogni anno offriamo nuovi prodotti e servizi e dunque guadagniamo un numero maggiore di utenti”. La stessa Google ha però definito “allarmante” il livello d’incidenza da parte dei vari governi nel libero flusso dell’informazione online.