Nel mese di gennaio, quando nel vecchio continente è stata intavolata una discussione a proposito della possibilità di introdurre paletti per le modalità di impiego dell’IA (in particolare per quanto riguarda il riconoscimento facciale), il numero uno di Google si è recato a Bruxelles per spiegare come la società stia siglando una serie di partnership al fine di garantire che gli algoritmi possano portare un beneficio alla collettività e non costituire una potenziale fonte di rischio.
Europa: Consultazione IA, il contributo di Google
Oggi il gruppo di Mountain View torna sul tema con un documento in cui fornisce una riposta alla Consultazione sull’intelligenza artificiale della Commissione Europea. Un contributo, quello di bigG, il cui intento è valorizzare la proposta del vecchio continente e accelerare l’innovazione. Eccolo sintetizzato per punti.
- Google sostiene l’obiettivo di costruire un “ecosistema di eccellenza europeo” ad esempio attraverso le collaborazioni con università e centri di ricerca;
- Google sostiene i piani della Commissione per aiutare le imprese a sviluppare le competenze sull’IA di cui hanno bisogno nella nuova economia digitale, ad esempio estendendo il Machine Learning Checkup (già avviato in Italia) a undici paesi europei;
- Google sostiene l’obiettivo di creare un quadro per l’innovazione dell’intelligenza artificiale con l’obiettivo di creare fiducia e guidare lo sviluppo etico della tecnologia.
Sarà inoltre essenziale aiutare le persone ad acquisire consapevolezza in merito al processo di sviluppo delle IA, così da poter comprendere quando il suo utilizzo è affidabile e sicuro. Si pensi ad esempio all’ambito sanitario e a quanto sarà importante che i pazienti siano correttamente informati a proposito del trattamento dei dati.
La visione di Google a tal proposito è chiara fin dal 2018, quando il gruppo ha messo nero su bianco una serie di principi da adottare nella fase di creazione e di fornitura di servizi, tecnologie e piattaforme legate all’intelligenza artificiale. Ne sono testimonianza la scelta di abbandonare il progetto Maven per l’ambito bellico, quello di uscire dalla corsa all’assegnazione del bando JEDI del Pentagono, la recente decisione di non fornire la propria assistenza agli operatori dell’industria petrolifera e soprattutto la posizione assunta nei confronti del riconoscimento facciale.