Con le elezioni di medio termine in programma tra un paio di mesi, negli Stati Uniti si torna a focalizzare l’attenzione sul delicato tema delle interferenze esterne nel processo democratico mediante la leva dei social e delle piattaforme online. Questo uno dei motivi che hanno portato il Congresso USA a convocare nelle aule di Washington i colossi della grande Rete.
Facebook e Twitter presenti
Per la piattaforma di Zuckerberg ha preso la parola Sheryl Sandberg, COO del gruppo (ex Google), a proprio agio nelle aule della politica d’oltreoceano per via della sua presenza alla Casa Bianca nell’era della presidenza Clinton. Dalle sue dichiarazioni è emersa la disponibilità di Facebook ad adottare e attuare le nuove misure in discussione, così come la consapevolezza di aver già compiuto significativi passi in avanti grazie a investimenti e azioni mirate la cui efficacia si è dimostrata durante le votazioni andate in scena nell’ultimo periodo, anche in Italia. Questo un estratto in forma tradotta del suo intervento.
Non pensiamo che la questione ruoti attorno all’esigenza di regolamentare, pensiamo ci sia da definire come farlo nel modo corretto.
Per Twitter ci ha invece messo la faccia il co-fondatore e CEO, Jack Dorsey. Nessun giro di parole, nessun tentativo di giustificare l’incapacità di fronteggiare in modo adeguato e deciso il fenomeno. A più riprese si è ripetuto “è stato un errore” e “dobbiamo fare meglio” come fossero mantra. Il numero uno della piattaforma ha ammesso l’impreparazione già sotto gli occhi di tutti, confermando al tempo stesso di aver pianificato la messa in campo di programmi e l’introduzione di nuovi strumenti al fine di migliorare una situazione che è andata via via facendosi sempre più critica. Si passerà dall’implementazione di algoritmi più evoluti e basati sulle potenzialità del machine learning.
For our part, machine learning teams at Twitter are experimenting with these techniques and developing roadmaps to ensure present and future machine learning models uphold a high standard when it comes to algorithmic fairness. It’s an important step towards ensuring impartiality.
— jack (@jack) September 5, 2018
Curiosa la scelta di condividere un grafico che mostra la variazione del proprio battito durante l’audizione.
Heart rate during a Senate and House hearing pic.twitter.com/LipSHa3xIi
— jack (@jack) September 5, 2018
Google non pervenuta
Il grande assente a Washington è stato Google. Il gruppo di Mountain View ha replicato alla chiamata proponendo la presenza di Kent Walker, Senior Vice President of Global Affairs, ricevendo però in risposta un secco no dal Congresso, che avrebbe voluto interfacciarsi direttamente con una figura di più alto profilo nell’organigramma della società, più nello specifico con il CEO Sundar Pichai o con il numero uno della parent company Alphabet, Larry Page.