Centomila e più individui da mappare geneticamente per spiegare le cause di malattie rare e frequenti legate al genoma umano. È quanto si prefigge il professor George Church , docente ad Harvard e già co-inventore nel 1984 della prima tecnica di sequenziamento diretto del DNA, che con l’aiuto di generosi sponsor punta a spendere oltre un miliardo di dollari per raccogliere quante più informazioni possibile sul codice genetico del genere umano.
“Si tratta del più grande progetto di questo tipo al mondo” ha spiegato Stephen Elledge, collega di Church, in una intervista: “Le variazioni genetiche rendono differenti gli individui, e dobbiamo comprendere come queste differenze siano in relazione con le malattie. Da questa singola informazione sarà possibile ottenerne molte altre”.
100mila DNA sono solo l’inizio: se riuscirà a trovare i fondi, Church punterà dritto verso il milione di genomi decodificati e catalogati. La sua speranza è che Google, che sembra sempre più interessata alla medicina e ai suoi potenziali risvolti nel mercato dell’indicizzazione, decida di sostenere il suo sforzo e continui a foraggiarlo.
I vantaggi di questo programma, inoltre, potrebbero non esaurirsi con la cura delle disfunzioni genetiche: dalle informazioni contenute nel codice della vita, Church spera di riuscire ad ottenere indicazioni precise su quali siano le abitudini virtuose adatte a migliorare la vita di ciascun individuo. Partendo dal DNA, i medici potrebbero suggerire a chiunque quali cibi mangiare, quanto dormire e come comportarsi, basandosi su informazioni oggettive e verificabili.
Per rendere il progetto economicamente sostenibile, Church ha anche pensato ad uno stratagemma: invece di decodificare e mappare l’intero genoma, si limiterà ad individuare unicamente i geni responsabili della sintesi delle proteine. Con mille dollari per soggetto , circa 650 euro, è possibile ottenere un “identikit” dell’un per cento del DNA, sufficiente tuttavia a fornire tutte le informazioni utili alla ricerca.
Anche in questo caso, non mancano gli scettici che vedono nel programma l’ennesimo tentativo di farsi strada dell’ eugenetica : compagnie assicurative che rifiutano le polizze a chi ha DNA “debole” o aziende che scartano i candidati in base al loro profilo genetico sono una possibilità più volte prospettata . Church resta ottimista : “Qualcuno, molti anni fa, comprò un Apple IIe e diventò un imprenditore della rivoluzione dell’elettronica di consumo: chi parteciperà al mio progetto avrà un posto in prima fila in un evento che potrebbe dimostrarsi ugualmente storico”.
Luca Annunziata