Mountain View – Google è un colosso dai piedini agili: senza troppo clamore sembra essere ad un passo da quello che qualcuno già definisce social networking 2.0 . Circa un anno fa, ha dato mandato allo Human-Computer Interaction Institute , della Carnegie Mellon University, di “ripensare e reinventare il social networking” – come sottolinea Google Operating System Blog . Adesso, a distanza di neanche 12 mesi è finalmente possibile dare una sbirciatina al progetto ” SocialStream “, che tenterà di spingersi oltre il semi-flop di Google Orkut e ridisegnare i confini del Web 2.0.
SocialStream sarà una piattaforma che permetterà agli utenti una libera condivisione e fruizione di contenuti attraverso network diversi . Una sorta di “terra madre” del networking online. “Dopo le fasi di brainstorming e ricerca, abbiamo deciso di concentrarci sugli effetti di un nuovo modello di networking: un social network unificato che, in qualità di servizio, fornisse dati ad altre applicazioni”, si legge sulla pagina web ufficiale del progetto . “Abbiamo esaminato le esigenze correlate al social networking online e offline, e considerato come si possano legare ad un modello unificato. In questo modo abbiamo individuato una serie di archetipi che rappresentano pattern comportamentali comuni”.
In pratica, SocialStream si propone di rimettere al centro dell’operatività l’utente, ridimensionando il peso della “piattaforma”. Il progetto, infatti, sarà basato come unified social network , ovvero un singolo network capace di fornire social data ad altri siti o servizi. Gli “associati” potranno così relazionarsi vicendevolmente, permettendo agli utenti di condividere ogni genere di contenuto multimediale o informativo proprio o del proprio network. Come nella prima rivoluzione informatica – concretizzatasi con l’avvento delle interfacce grafiche – anche in questo caso il “sistema” viene progettato per essere invisibile agli occhi degli utenti, lasciando completa libertà di movimento a chi lo usa. Tutto questo si dovrebbe tradurre nella possibilità di creare più account su più piattaforme ma allo stesso tempo di centralizzare in unico luogo tutti i contatti. “Come ogni feed reader, si viene informati quando si concretizza un aggiornamento di ogni contatto. La piattaforma include anche una side-bar Google Talk…”, si legge sul pagina web del progetto.
Insomma, si potrà essere aggiornati su ogni upload realizzato dai propri amici, a prescindere dall’utilizzo di una piattaforma invece che un’altra. Blogger, WordPress, Twitter, Flickr, Picasa Web, YouTube, MySpace, Friendster, Facebook… tutti faranno parte del network.
La demo video di SocialStream è a dir poco impressionante. A prescindere dalla piattaforma utilizzata dai vari contatti – presenti nella rubrica – si ha sott’occhio un registro dei vari aggiornamenti effettuati nel tempo. Questi possono essere post, video, file audio, eventi o altro. Ovviamente, oltre all’accesso ai contenuti altrui è prevista la possibilità di uploadare i propri, e interagire via mail o chat. Gli scenari pubblicati dagli sviluppatori rendono piuttosto bene l’idea dell’obiettivo finale. A questo punto, però, manca solo un unico dato fondamentale: quando si potranno mettere le mani su questa piattaforma? Per ora bocca cucite sia in quel di Mountain View che di Pittsburgh, sede dell’Università statunitense.
È evidente, quindi, che bisognerà consolarsi con qualcos’altro: magari con Chess.com , la piattaforma di social networking per gli appassionati di scacchi. SocialStream potrebbe richiedere un po’ di tempo, sufficiente per costruirsi solidi basi scacchistiche. Google, peraltro, non ha fretta di uscire sul mercato. Gli ultimi dati di Ipsos Insight hanno confermato l’hype del segmento e la crescita lenta ma continua del numero di accessi ai siti di video. Secondo gli analisti sarebbero proprio le piattaforme di social networking responsabili dell’attuale transizione verso l’era del video digitale. SocialStream, a questo punto, non potrà che distinguersi ulteriormente portando già in seno un chiaro riferimento al “multimedia”, motore indiscusso dell’attuale rivoluzione digitale.
Dario d’Elia