Ieri l’annuncio: Google Foto introdurrà a partire dall’1 giugno 2021 un limite allo storage offerto gratuitamente agli utenti per il salvataggio sul cloud di immagini e video, superato il quale sarà necessario sottoscrivere un abbonamento alla formula One (da 1,99 al mese). Il tetto è stato fissato in 15 GB. Una notizia che di certo non fa piacere ai tanti che fino a oggi si sono affidati al servizio per il backup su server remoto dei propri contenuti multimediali. C’è chi si è già messo alla ricerca di alternative valide.
Le alternative a Google Foto
È bene sottolineare che il peso dei file inviati con upload ai server prima di tale data non verrà conteggiato. Insomma, fino a maggio tutto andrà avanti come sempre, poi si dovrà obbligatoriamente fare i conti con la restrizione. Questi alcuni dei più noti servizi concorrenti ai quali ci si può affidare, tutti basati sul cloud così da poter essere raggiunti da qualsiasi dispositivo e da qualunque postazione:
- Dropbox;
- iCloud;
- Adobe Creative Cloud;
- Backblaze;
- Microsoft OneDrive;
- Amazon Photo (incluso con l’abbonamento Prime);
- Flickr;
- 500px;
- SmugMug;
- pCloud;
- IDrive.
Va precisato che non si tratta di piattaforme gratuite o almeno non del tutto: l’accesso alle funzionalità più avanzate prevede sempre una qualche sorta di sottoscrizione o il pagamento di una quota proporzionale allo spazio occupato. È inevitabile, considerando che le spese di gestione da parte di chi le offre non mancano.
La scelta va valutata con attenzione, tenendo conto anche di quelle che sono le proprie specifiche esigenze, ad esempio se si desidera una profonda integrazione con smartphone e tablet, se si ha bisogno di servizi accessori (ad esempio strumenti di editing), la disponibilità di un client desktop ecc. Fortunatamente il tempo per farlo non manca.
Google Foto ha dalla sua un grande punto di forza su cui bigG intende far leva per monetizzare quanto offerto: è profondamente integrato con l’ecosistema Android, pressoché onnipresente sugli smartphone in circolazione e capace di garantire una soluzione per il backup del tutto automatizzata, che non costringe l’utente a complicate configurazioni. Anche le tante funzionalità implementate nel tempo, alcune delle quali basate sull’impiego di algoritmi sviluppati ad hoc (dal riconoscimento dei volti ai filtri) renderanno per molti difficile la migrazione a un servizio diverso.