Google, gigante che non dorme mai

Google, gigante che non dorme mai

Tra acquisizione di YouTube, pagine personalizzate per i portali destinati alle aziende, mappe storiche su Google Earth, a Mountain View non si riposa mai. Tanto più ora che l'Iran s'offende per Google Video e dichiara: Google deludente
Tra acquisizione di YouTube, pagine personalizzate per i portali destinati alle aziende, mappe storiche su Google Earth, a Mountain View non si riposa mai. Tanto più ora che l'Iran s'offende per Google Video e dichiara: Google deludente

Mountain View – La forza di un’azienda di successo sta nella sua capacità costante di innovare e offrire possibilità sempre nuove agli utenti : questa è la filosofia di Google, eterno protagonista delle cronache di settore tra tecnologia, società, ma anche geografia e geopolitica. Questa volta, tra nuove iniziative dal lato prettamente enterprise, database storici aggiunti al mondo virtuale di Google Earth e quello che si prospetta come un piccolo incidente telematico-diplomatico con un paese dai rapporti difficili con gli Stati Uniti, di carne al fuoco ce n’è davvero tanta.

YouTube e finanza
Prima di tutto la contabilità: essendo uno dei brand più in vista a livello internazionale (come la Coca-Cola o la Nike, tanto per intendersi), fare i conti in tasca a Google è un esercizio diffuso e ben consolidato. Nella fattispecie, si ritorna a parlare della storica acquisizione di YouTube : come riporta BetaNews , la chiusura della transizione ha fatto registrare un costo definitivo di 1,775 miliardi di dollari, ben oltre il prezzo inizialmente annunciato di 1,65 miliardi.

La cifra è stata calcolata sulla media dei valori raggiunti dai titoli azionari di BigG nei 30 giorni che sono stati necessari, fino al 9 novembre scorso, per concludere l’accordo. Per quanto Eric Schmidt, il CEO di Google, continui a dichiararsi entusiasta per l’affare, assimilare YouTube si sta dimostrando più difficoltoso del previsto : la società ha recentemente messo le mani avanti sulla possibilità, tutt’altro che teorica, di dover affrontare squadre di agguerriti legali desiderosi di far valere i diritti per gli spezzoni video inseriti dagli utenti sul portale sociale.

I nuovi Google Apps
Pur tuttavia, la ricerca e lo sviluppo di nuovi servizi vanno avanti: Google Apps per il Tuo Dominio , l’insieme di strumenti di comunicazione e produttività che Google offre alle aziende che ne fanno richiesta, offrirà a breve la possibilità di personalizzare i contenuti da visualizzare.

Attualmente, il servizio mette a disposizione alcune tra le web-utility più famose sviluppate dall’azienda ovvero Gmail, Google Calendar, l’instant messaging di Google Talk e l’editor di pagine web di tipo WYSISYG Google Page Creator. Proprio come la possibilità già offerta agli utenti di personalizzare la home di Google, Google Apps per il Tuo Dominio permetterà ora alle aziende di aggiungere a piacere i contenuti maggiormente funzionali alle proprie attività, scelti tra le migliaia di Google Gadget disponibili e i feed RSS/Atom desiderati.

L’azienda dichiara che Google Apps, dal momento del lancio avvenuto lo scorso agosto, ha generato uno “straordinario interesse” da parte di individui, università e società di piccole e grandi dimensioni, riportando come esempi significativi l’adozione della web-facility da parte dell’Università Statale dell’Arizona e dell’importante ISP argentino Clarin.

In virtù di questo successo, non è escluso che in futuro vengano aggiunti ulteriori servizi a Google Apps: ideale, in un’ottica di tipo prettamente aziendale/gestionale, sarebbe l’integrazione della neonata web-suite da ufficio Google Docs & Spreadsheets .

Gli analisti di settore, ad ogni modo, non vedono roseo come BigG: come riporta Newsfactor , la gestione dei mail server e dei dati aziendali basati su server locali, offre possibilità aggiuntive di protezione e backup dei dati che la natura web di Google Apps non permette , ma che sono sempre più considerate di vitale importanza per le società. Senza contare il fatto che, nonostante il servizio sia attualmente gratuito per tutti, Google ha annunciato un piano per rilasciare una versione Premium a pagamento basata su esigenze particolari in un futuro non meglio definito.

Sebbene le aziende di piccole dimensioni siano probabilmente molto ben disposte a lasciar gestire le problematiche lato server a terze parti, l’outsourcing di una parte così importante delle infrastrutture non è vista di buon occhio da molti per via degli inevitabili problemi di sicurezza e riservatezza che la cosa comporta.

Non bastasse, Google rimane prevalentemente un motore di ricerca che basa i propri utili sull’advertising contestuale , e le recenti mosse in fatto di software di produttività (come il già citato Google Docs & Spreadsheets) permetteranno indubbiamente di “raccogliere informazioni preziose sui consumatori e vendere pubblicità in maniera più intelligente”, stando a quanto dichiara Nauman Haque, analista di Info-Tech . “Dal mio punto di vista – spiega – se l’obiettivo finale è diventare una software house, c’è ancora parecchia strada da fare”. Google Earth
Grosse e succose novità anche per il mappamondo tridimensionale Google Earth : gli ingegneri del software di BigG hanno messo le mani su una delle più vaste collezioni americane di mappe geografiche, sfruttando l’occasione per digitalizzare i dati e integrarli nel loro simulatore 3D.

La collezione David Rumsey Historical Maps comprende cartine che vanno dal 1680 al 1892, e include pezzi pregiati come il Globo di Cassini del 1790, l’Africa nel 1787 e una mappa dell’Asia risalente al 1710. Grazie all’integrazione dei dati contenuti nell’archivio, gli utenti di Google Earth potranno avere accesso alla storia geografica del mondo “in un modo nuovo e del tutto innovativo”, ha commentato a riguardo Rumsey.

L’integrazione della ricerca web con i contenuti ad alto valore culturale è una delle tendenze che più colpiscono gli osservatori: tanto per fare un esempio, grazie alle nuove mappe chiunque avesse la necessità o la curiosità di conoscere lo stato del mondo e dei confini geografici all’epoca dei Safavidi , la dinastia che governò l’antica Persia tra il 1501 e il 1736, non dovrà far altro che scaricare Google Earth e navigare tra la cronologia cartografica del programma.

L’incidente con l’Iran
E proprio dall’Iran, lo stato moderno erede del millenario Impero Persiano, arriva invece un grattacapo di natura diplomatica per BigG. Secondo quanto riporato da Guardian Unlimited , un filmato su Google Video che mette in dubbio la sovranità di Teheran sulla provincia dell’Azerbaijan orientale ha fatto andare su tutte le furie i vertici politici iraniani, con successiva presa di posizione ufficiale da parte delle autorità nei confronti della società statunitense.

Il testo presente nel video turistico incriminato parla della città di Tabriz , descrivendola come situata “nell’Azerbaijan del sud, attualmente nel territorio dell’Iran”. Tabriz e l’Azerbaijan del sud appartengono in effetti all’Iran da più di 4.000 anni, scrive il Guardian, mentre il video colloca la città nella Repubblica dell’Azerbaijan , democrazia nata dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica con cui l’Iran confina a nord.

L’episodio ha provocato la reazione delle autorità islamiche, ferite nell’orgoglio patriottico e sospettose di possibili intromissioni nei propri affari interni: Google è stato accusato di tentare deliberatamente di minare, attraverso la disinformazione, l’integrità territoriale dell’Iran fomentando i sentimenti separatisti della provincia dell’Azerbaijan orientale, di lingua prevalentemente turca.

“Questo atto è un tipico esempio di interferenza negli affari di un altro paese”, ha denunciato in parlamento il ministro dell’IT iraniano Samad Mohmen Bela, esortando la popolazione a protestare via e-mail con BigG: “La risposta più semplice ed efficace è che tutti gli utenti iraniani comunichino il proprio disappunto alla dirigenza di Google”.

Semplice errore di un turista o propaganda separatista? Il caso è l’ennesima dimostrazione della centralità di Google per la comunicazione in rete, e il suo ruolo imprescindibile nel mondo moderno interconnesso e reso tutt’uno dalla rete.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 nov 2006
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