Un gioco che trasformerà il mondo reale in uno spazio avvolto da mistero, intrigo e competizione: non si conoscono molti dettagli sulla la trama di Ingress , il nuovo prodotto videoludico lanciato da Google e disponibile come app gratuita su Android.
Ispirato all’architettura di Lost, serie televisiva partorita dalla mente di J.J. Abrams, Ingress è un gioco di realtà aumentata creato dal team guidato John Hanke, fondatore dei Niantic Labs , startup totalmente assorbita da Mountain View, che negli ultimi giorni ha ricevuto un’attenzione notevole grazie alla diffusione di un teaser in Rete.
Il gioco si basa sull’alternanza tra ambienti reali e realtà finzionale : i giocatori dovranno interagire con gli scenari mostrati dai dispositivi Android per ottenere indizi su ciò che sta succedendo, raccogliere oggetti e lavorare insieme e contro ad altri utenti in una duplice battaglia che determinerà il futuro dell’umanità. Utilizzando il proprio smartphone, i giocatori dovranno rintracciare in diversi luoghi il cosiddetto “XM”, acronimo che sta per “materia esotica”, da spendere in altri spazi, conosciuti come portali, per scoprire le missioni da portare a termine. I portali saranno probabilmente luoghi pubblici di facile accesso, come musei, biblioteche o piazze. Il conflitto avviene tra due opposte fazioni: gli Illuminati, che vogliono utilizzare il nuovo potere, e la Resistenza, che lotta contro esso.
“Il concetto assomiglia a World of Warcraft – spiega Hanke – dove chiunque sta giocando allo stesso gioco”. Il gioco sarà dunque accessibile da tutti gli angoli del mondo , sebbene nelle aree più popolose siano presenti più competizioni locali per ottenere le risorse. Il movimento nei luoghi aperti è una componente fondamentale del gioco , anche se gli spostamenti in automobile non sono vietati.
Per costruire la struttura e la sceneggiatura sono stati assunti artisti e scrittori. Secondo il team di sviluppo, Ingress presenta tutte le carte in regola per essere un prodotto di successo, soprattutto grazie alla presenza di investitori pubblicitari, ottenuta attraverso il coinvolgimento all’interno dello spazio di gioco di prodotti e store commerciali realmente esistenti.
Cristina Sciannamblo