I Google Glass sono un progetto da affinare, sono dei dispositivi ancora acerbi, che le persone devono ancora imparare a comprendere: a integrare nella vita quotidiana gli occhiali intelligenti di Google contribuirà senza dubbio un aspetto estetico più discreto e personalizzato, insieme naturalmente al tempo, che progressivamente favorirà all’accettazione e trasformerà la curiosità dei pochi in una potenziale esigenza per molti.
Per assimilare gli occhiali per la realtà aumentata ad un accessorio più simile agli occhiali tradizionali, trasparenti allo sguardo dei sospettosi e vistosi nelle loro linee di design, Google ha stretto un accordo con Luxottica: il gruppo italiano, già detentore dei marchi Ray-Ban, Persol e Oakley entrerà a far parte del processo di design, sviluppo e distribuzione delle future versioni degli smart glass. Google e Luxottica hanno già collaborato allo sviluppo degli occhiali per la realtà aumentata di Big G, ma il frutto di questa operazione resta ancora da svelare: gli osservatori stimano che i primi esemplari saranno messi in vendita sul mercato statunitense, prevedibilmente alla fine dell’anno in corso.
“Non vedrete Glass sulle montature dei vostri Oakley o dei vostri Ray-Ban preferiti nell’immediato futuro – spiega Google – ma nel presente si apre un nuovo capitolo per il design di Glass”.
È proprio in attesa di questo futuro che Google, nel frattempo, sta lavorando per divulgare le potenzialità dei suoi Glass, per rassicurare i diffidenti, per incuriosire anche coloro che non siano proni al fideismo nei confronti dell’ultimo costoso gadget tecnologico. Mountain View ha scelto di farlo ponendo un freno alle leggende metropolitane che si sono affastellate intorno ad un oggetto che sono in pochi explorer a inforcare.
Il dispositivo non ha nulla a che vedere con le violazioni sistematiche della privacy : i Google Glass non sono stati studiati per le lunghe registrazioni video, con una batteria che non potrebbe durare oltre i 45 minuti, né sarà possibile utilizzarli allo scopo del riconoscimento facciale fino a quando Google non troverà il modo di risolvere i problemi delle applicazioni che offrano tale funzione. Problemi di sicurezza a parte, Google Glass non è dunque il sistema di sorveglianza perfetto, né rappresenta il sistema di sorveglianza perfetto per il monitoraggio di chi li indossa, assicura Mountain View.
Google spiega inoltre che i Glass non sono un dispositivo votato alla distrazione o ad una osservazione mediata del mondo: proprio attraverso le lenti degli smart glass sarà possibile concentrarsi su determinate operazioni, che potranno essere semplificare o rese più efficienti dagli occhiali. A dimostrarlo ci sono già gli explorer che hanno integrato gli occhiali intelligenti nelle attività che svolgono quotidianamente. Saranno proprio le persone e le loro buone abitudini a convincere la società e le autorità delle opportunità di Glass e a far fare agli occhialetti intelligenti il grande salto dal prodotto acerbo di ora al prodotto finito che prossimamente si confronterà con il mercato.
Gaia Bottà