Non sono ancora arrivati in commercio presso il pubblico eppure i Google Glass continuano a infiammare il dibattito sull’opportunità di sfruttare il riconoscimento facciale. In questa occasione, però, la polemica non parte da Mountain View: a rilanciare il tema è l’applicazione FaceRec , realizzata dal team di Lambda Labs per consentire di individuare e archiviare immagini di persone e oggetti come targhe, schermate di computer e fogli con avvisi e annunci.
Presentata da Stephen Balaban, sviluppatore dell’app, come un prezioso aiuto per malati, disabili, non vedenti e persone con difficoltà mnemoniche, FaceRec ripropone l’assillante dilemma della privacy violata che ha già garantito a Google parecchie grane. La posizione di Big G è nota ed è contraria al supporto di qualsiasi applicazioni per il riconoscimento facciale, come confermato ieri da un portavoce dell’azienda. Allo stesso modo, però, Mountain View non può nulla contro le mosse degli sviluppatori indipendenti come Lambda, che per aggirare il mancato approdo al Glassware app store (e quindi la necessità di caricare il servizio via sideload) ha annunciato l’arrivo del Lambda Hat, dispositivo basato sul sistema operativo del robottino verde che sarà disponibile in pre-ordine a partire da domani a 255 dollari e che, a detta dell’azienda, garantirà una durata ben maggiore durante l’uso di FaceRec rispetto alle due ore scarse assicurate dalla batteria dei Glass.
Probabile che la prima versione dell’applicazione sia piuttosto limitata, anche perché i dettagli filtrati parlano di un software in grado di scattare un’immagine ogni dieci secondi ma incapace di taggare automaticamente le persone e gli oggetti immortalati (bisognerà farlo manualmente). Sfruttando le coordinate di posizione, però, FaceRec realizzerà una mappa interattiva per consentire di risalire in maniera precisa al luogo e al momento in cui è stata scattata la foto. Una ricerca che sarà facilitata dalle categorie in cui verranno suddivise le immagini: foto di gruppo, conversazioni face to face e scatti in mezzo alla massa.
Nel frattempo Google continua ad affinare le funzioni dedicate agli occhiali, attualmente testati dagli sviluppatori, e con l’ultimo aggiornamento ha introdotto alcune migliorie come Blink , che consentirà di scattare fotografie strizzando l’occhio, l’invio di messaggi via Hangouts e il caricamento in tempo reale su YouTube dei video appena filmati.
Il lungo parto per l’arrivo dei Glass ha favorito la diffusione di proposte alternative con molte start up che puntano sugli occhiali per cavalcare il mercato della wearable technology, considerato come il mercato più redditizio del prossimo futuro. Gli ultimi arrivati sono i MetaPro , che dall’esterno appaiono come un normale paio di occhiali da sole ma che all’interno nascondono una videocamera RGB, una con sensore 3D per tracciare i movimenti, giroscopio, accelerometro, bussola digitale e due display con risoluzione a 720p per visualizzare immagini tridimensionali. Per sfruttare gli occhiali a realtà aumentata, però, serve anche il Pocket Computer , mini dispositivo che racchiude 4GB di RAM, 128GB di memoria interna, connessione WiFi, Bluetooth 4.0 e USB, batteria da 32Wh in grado di assicurare un’autonomia di circa sei ore. Disponibile a giugno 2014, l’accoppiata occhiale-computer costerà 3mila dollari.
Alessio Caprodossi