I possessori dei primi modelli di Google Glass hanno ricevuto il primo aggiornamento della loro app MyGlass: una novità inaspettata dato che su quel fronte tutto taceva da circa 3 anni.
Per quanto Mountain View si sia mossa per prima nel settore degli smartglass non ha saputo approfittare dell’arrivo pionieristico e, tra i problemi di design della montatura e di preparazione della tecnologia, il prodotto che sarebbe dovuto essere la punta di diamante del settore IoT e delle tecnologie indossabili di Google non è mai decollato, tanto da convincere Big G a fare un passo indietro e ripartire da un cambio di strategia culminato a febbraio con l’uscita del progetto dai laboratori sperimentali di Google X e l’affidamento ad una divisione ad hoc .
Google sembrava insomma proprio interessata a cambiare totalmente traiettoria con dispositivi-occhiali con funzionalità per il momento più limitate: interessante in questo senso l’esperimento Spectacles , gli occhiali dall’aspetto colorato e semplice con fotocamera wireless per registrare quello che si vede, e il modello senza montatura su cui starebbe lavorando il Project Aura.
Il nuovo aggiornamento, dunque, rappresenta una sorpresa per utenti e osservatori che in parte avevano rinunciato a pensare che Google stesse ancora lavorando su quella prima prova di prodotto. L’ aggiornamento XE23 arriva invece addirittura con nuove funzionalità : oltre a migliorare le performance della batteria e ad aggiustare alcuni bug, nonché a permettere notifiche Sync senza bisogno di disattivare Android Wear (un problema di compatibilità che si era presentato con l’utilizzo di altri dispositivi IoT Android come per esempio uno smartwatch), introduce la possibilità di collegare agli smartglasses diversi oggetti via Bluetooth, tastiere incluse .
Nel frattempo, peraltro, la concorrenza non è rimasta a guardare e anzi sembra aver fatto tesoro dei suoi errori per trovare soluzioni alternative da proporre ai consumatori interessati a questo nuovo gadget tecnologico: Apple e Microsoft in primis con la realtà aumetata, ma anche altri operatori come Osterhout Design Group (ODG).
Da ultimo anche la startup GlassUp, italiana e precisamente di Modena , si è specializzata nello sviluppo e creazione di occhiali a realtà aumentata ed è arrivata sul mercato quest’anno con un proprio dispositivo, GlassUp F4 , con visore AR per applicazioni industriali: prima di farlo si è dovuta scontrare (uscendone vincitrice) proprio con Google, che aveva contestato la validità della sua domanda di registrazione del marchio GlassUp in quanto confondibile con il suo “Google Glass”.
Claudio Tamburrino