Che i Google Glass fossero un gadget che strizzava molto l’occhio al cinema era noto, ma che il cinema non ricambiasse affatto l’ammiccamento è cosa che ha scoperto a sue spese un utente, fermato dalle autorità durante la proiezione di un film in un cinema di Columbus con l’ accusa di camrecording .
A raccontare la vicenda è direttamente lo sfortunato protagonista, uno fra i primi ad inforcare gli smart glasses . Si è trovato improvvisamente catapultato da Jack Ryan: Shadow Recruit (il film che stava guardando) a Il Processo di Kafka: “Un uomo si è avvicinato al mio posto, mi ha mostrato un distintivo con qualche tipo di scudo sopra, mi ha strappato i Google Glass di dosso e mi ha detto di seguirlo immediatamente fuori”, dove ad aspettarlo c’erano i responsabili del cinema e 5-10 agenti della Homeland Security , l’autorità federale che si occupa tra l’altro del contrasto della pirateria.
A confermare i fatti e spiegare il perché dell’intervento è la Motion Picture Association of America ( MPAA ): lo spettatore indossava gli occhiali di Google (con specifiche lenti graduate con tanto di ricetta oculistica) e i detentori di diritti erano allarmati dal fatto che potessero essere utilizzati per registrare il film .
L’uomo ha cercato di spiegare che non stava registrando nulla ma solo dopo un interrogatorio, che dal racconto sembra uno di quelli che si vede – ancora – nei film americani, è stato rilasciato con 4 biglietti omaggio per il cinema .
MPAA, pur definendo Google Glass “un’incredibile innovazione per il settore mobile, per cui non vi sono ancora prove di minacce significative per il furto di contenuti”, ha spiegato di essere impegnata in una stretta collaborazione con i cinema per combattere il camcording: per questo, per esempio, il codice di condotta di diversi circuiti cinematografici proibisce “il possesso di dispositivi che permettono di registrare audio o video” ( cosa che ormai praticamente ogni smartphone sa fare, oltretutto con un’autonomia di batteria in molti casi maggiore dei Google Glass, senza che nessuno venga trascinato fuori dal buio della sala). Per questo MPAA chiede alle maschere del cinema “tolleranza zero”, invitandole a contattare le autorità ogni volta che hanno un sospetto.
Non si tratta, peraltro, dell’unico caso in cui gli explorer di Google Glass hanno avuto a che fare con autorità poco inclini alle novità: la corte della California del Sud ha dovuto annullare la multa elevata ad una conducente perché trovata alla guida con gli occhiali intelligenti, ritenuti dal poliziotto che l’aveva fermata “uno schermo video” diverso da un navigatore GPS e dunque proibito dalla legge della California. Il giudice non è tuttavia arrivato a riconoscere la legalità del nuovo device.
Claudio Tamburrino