Il CEO di Google Eric Schmidt si era mostrato particolarmente soddisfatto dei risultati ottenuti dall’ultima trimestrale di BigG. A suo dire , l’azienda di Mountain View sarebbe ritornata sul mercato a pieno regime, pronta ad investire in maniera massiccia, con acquisizioni al ritmo di una al mese durante il 2010.
E ci sono alcuni dati che gli darebbero anche ragione, almeno stando alla performance dell’ultimo trimestre del 2009. Escludendo i guadagni ottenuti attraverso siti partner, i ricavi totali di Google hanno raggiunto quota 4,95 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro), il 13 per cento in più rispetto ai risultati del terzo trimestre dello scorso anno.
La cifra si è rivelata leggermente più alta dei 4,92 miliardi di dollari attesi dagli analisti del mercato. BigG ha ottenuto guadagni totali per 1,97 miliardi di dollari (circa 1,4 miliardi di euro), superiori rispetto ai 381 milioni registrati nel corso del 2008. La situazione non si è però rivelata altrettanto rosea a livello di quotazione in borsa.
Stando ai dati Nasda, il titolo dell’azienda di Mountain View era salito di 2,57 dollari, assestandosi su un valore di quasi 583 dollari (412 euro circa) ieri in chiusura di seduta, ovvero prima della comunicazioni dei dati trimestrali. Ma questa mattina – fuso orario di New York – il titolo ha aperto con un valore di 564,68 dollari , quasi venti dollari in meno.
Un’altra fonte di preoccupazione per Google potrebbe poi venire dalla Cina, soprattutto alla luce dei tesi rapporti tra Mountain View e Pechino. Stando alle previsioni di JPMorgan, Google potrebbe perdere un bacino di guadagni pari a circa 600 milioni di dollari , attesi durante il corso del 2010.
Proprio in occasione di una conferenza post-risultati dell’ultima trimestrale, Eric Schmidt ha sottolineato la sua voglia di rimanere nel paese asiatico , proponendo una serie di cambiamenti che dovranno essere implementati il prima possibile. “Vorremmo rimanere in Cina – ha spiegato il CEO di BigG – perché ci piacciono i cittadini cinesi. E i nostri dipendenti cinesi. Ci piacciono le opportunità di business che la Cina offre. Vorremmo rimanerci, anche se in maniera diversa da quella attuale”.
Mauro Vecchio