Lo standard RCS (Rich Communication Services), nato nel 2007 e gestito in seno alla GSM Association dal 2008, è la soluzione messa a punto dagli operatori di telefonia mobile per tentare di offrire agli propri utenti uno strumento di comunicazione più complesso e vario dei semplici SMS, che integrasse contenuti multimediali e conversazioni di gruppo. Non tutti gli operatori lo supportano, non tutti i terminali sono aggiornati per accoglierlo. Google ha scelto di assumersi un ruolo importante nella strategia che gli operatori non sono mai realmente riusciti a dispiegare.
I servizi di messaggistica istantanea di terze parti hanno giocato d’anticipo sullo sviluppo e l’implementazione di uno standard come RCS, nato per far fronte alle esigenze degli utenti di un canale di comunicazione più sfaccettato, ma incapace dell’agilità di sviluppo delle soluzioni commerciali indipendenti. Servizi come iMessage e WhatsApp, Facebook Messenger e Telegram (in misura minore anche Hangouts di Google), sottraggono di fatto gli utenti ai tradizionali SMS, e alle tariffe che li regolano, per far ricadere le comunicazioni nei pacchetti del piano dati o nella irrilevanza commerciale del traffico WiFi. Nonostante costituisca un’opportunità con cui gli operatori potrebbero riportare sotto il proprio controllo commerciale le comunicazioni non vocali, RCS non ha mai realmente preso piede .
È in questo contesto che Google ha annunciato la propria collaborazione con “operatori mobile, produttori e il resto dell’ecosistema Android per supportare gli standard RCS e contribuire ad accelerare la loro implementazione in una maniera più coerente”. La prima mossa è l’acquisizione di Jibe Mobile , una piattaforma cloud che da tempo si affianca agli operatori per implementare nella maniera più semplice le soluzioni di comunicazione RCS.
A differenza dei servizi di messaggistica, che sono ecosistemi chiusi, la specifica RCS ha dalla propria parte la potenziale universalità : se tutti i terminali la supportassero, se tutti gli operatori la supportassero, un unico servizio standard potrebbe abbattere le barriere di comunicazione fra i diversi canali delle app di IM oggi sul mercato. Android detiene una presenza pressoché universale: implementando nativamente RCS a mezzo cloud candiderebbe il sistema di comunicazione a competere con l’agguerrita frotta delle app dedicate.
Google si troverebbe così nella posizione di orchestrare, tecnicamente ed economicamente, un sistema di messaggistica fortemente voluto degli operatori e sulla carta capace di battere le app che da anni stanno rosicchiando il controllo dei carrier sul mercato della comunicazione non vocale.
Ammesso che il piano di Mountain View venga portato a compimento abilitando ogni dispositivo Android a scambiare comunicazioni RCS, la sfida sul mercato è lungi dal considerarsi vinta . Il modello di business che gli operatori sceglieranno di adottare sarà probabilmente un fattore importante: fornire il servizio a pagamento sulla base dei messaggi scambiati, come avviene ora per gli operatori che lo abbiano abilitato, potrebbe impedirgli di competere con le app gratuite, che richiedono il semplice dispendio di energie di un download spesso gratuito dal Play Store.
Gaia Bottà