Google ha annunciato una partnership con il produttore hardware iRiver: in programma il primo e-reader che integra la piattaforma dedicata ai formati di lettura digitali Google eBook.
Il nuovo e-reader si chiama iRiver Story HD ed è atteso sugli scaffali (digitali e non) della catena di negozi Target dal 17 luglio: a 139,99 dollari, un prezzo non particolarmente competitivo vista la recente corsa al ribasso del settore, offre un dispositivo apparentemente simile a Kindle, con display e-ink ad alta risoluzione, tastiera QWERTY, CPU Cortez da 800 MHz, sistema turn-page velocizzato ed un sistema per scaricare e leggere gli eBook Google .
“Produttori come iRiver – scrive Google – possono adottare le API di Google Books e i servizi di connessione dei loro device per avere accesso all’intero catalogo offerto”. Dotato per il momento solo di connessione WiFi, tuttavia, resta il dubbio su quanto questo possa limitare l’utilizzo della libreria digitale di Google.
Google eBooks, già Google Editions , rappresenta la piattaforma per la vendita di libri digitali di Mountain View: tutta cloud-based , con i libri acquistati conservati sui server Google e la gestione affidata a software Adobe Systems, i problemi fin qui evidenziati hanno riguardato le limitate condizioni (soggette agli accordi sottoscritti con gli editori) per cui era possibile scaricare sul proprio e-reader un titolo in formato ePub o Pdf.
La biblioteca tra le nuvole di Google, ancora non disponibile in Italia, era per il momento infatti accessibile negli Stati Uniti solo via browser, anche mobile su dispositivi Android e iOS. E Google aveva già il suo spazio su dispositivi e-reader, se non con il suo store di ebook almeno con Android, impiegato come sistema operativo innanzitutto da Nook di Barnes&Noble.
Mountain View, d’altronde, sta accogliendo vari tipi di supporto per Android sul mercato dell’editoria: il suo SO mobile è anche quello adottato dai giornali The Philadelphia Inquirer e Philadelphia Daily Nees per dei tablet ad hoc, che intendono produrre e distribuire per entrare in anticipo sul mercato dei quotidiani digitali.
Claudio Tamburrino