Google farà in modo che Google Home si renda sempre più utile: utile agli utenti, con funzioni che non si limitino all’intrattenimento e alla gestione di una casa connessa, utile a Google stessa, indirizzando gli utenti a servizi gestiti da Mountain View come lo shopping.
Google ha lanciato il proprio assistente domestico, Home, parallelamente agli smartphone Pixel, con ad accomunarli il supporto di Google Assistant. Home, in ritardo di oltre un anno rispetto ad Amazon Echo , si è presentato come un mediatore per accedere ai servizi di ricerca e di intrattenimento di Google con la sola interazione vocale, oltre che come snodo per la gestione della casa connessa.
Da ora, riferisce Mountain View, gli utenti statunitensi potranno impiegarlo per compiere acquisti in maniera immediata . Trattandosi di un prodotto che dovrebbe fungere da punto di riferimento per la gestione della casa, trattandosi di un prodotto pensato per snellire le interazioni rendendole sempre più semplici e naturali, si affiancherà all’utente nell’incombenza della ordinaria spesa per i generi di consumo per la casa .
Attraverso l’applicazione Google Home, su dispositivo dotato di schermo, sarà necessario impostare i propri dati per il pagamento e la consegna a favore dei partner di Google Express che partecipano al programma. Da questo momento, basterà rivolgersi al cilindro connesso per effettuare gli ordini di una selezione limitata di beni , scelti principalmente fra cibo, prodotti per animali e per l’igiene della casa, presso una selezione limitata di rivenditori . I prodotti ordinati resteranno in lista , così da automatizzare gli acquisti futuri. Per incoraggiare gli utenti a sperimentare, il servizio non prevede costi di intermediazione fino alla fine di aprile.
L’annuncio di Mountain View rende manifesto il tentativo di rincorsa rispetto alle soluzioni che Amazon offre con il proprio solido modello di business . Da Echo ai fratelli minori Echo Dot e Echo Tap, passando per Dash , incentrato sulle ordinazioni di un singolo prodotto, Amazon ha un piano ben chiaro: sfruttare dispositivi della Internet of Things per incoraggiare i consumi sulla propria piattaforma di servizi. I consumatori sembrano recepire e si mostrano disposti a lasciarsi incuriosire dalla possibilità di affidare la gestione della vita domestica a un dispositivo connesso.
Google, nonostante viva di un modello di business più articolato, non intende rinunciare alle opportunità dell’ecommerce come parte integrante del circolo virtuoso dei propri servizi: l’assistente domestico Google Home, in attesa che Google metta in atto la promessa di realizzare “nuove funzioni” e offra “la possibilità di acquistare nuove applicazioni e servizi”, smetterà se non altro di indirizzare verso Amazon coloro che lo interroghino per provvedere alla spesa.
Gaia Bottà