Google Home, l'assistente che parlava troppo

Google Home, l'assistente che parlava troppo

Tra le previsioni del tempo e quelle sul traffico, fa capolino quello che pare uno spot di un film in uscita al cinema. Ma, dicono da Google, non è pubblicità: è solo un esperimento
Tra le previsioni del tempo e quelle sul traffico, fa capolino quello che pare uno spot di un film in uscita al cinema. Ma, dicono da Google, non è pubblicità: è solo un esperimento

Milano – Cosa accade se è la macchina a decidere quello che è utile o non utile per l’utente? Succede che una sperimentazione per migliorare la qualità e la quantità di informazioni che il dispositivo Google Home finisce per assomigliare a una pubblicità non richiesta : da Mountain View chiariscono che non lo è, ma l’occasione è buona per qualche riflessione sulle prospettive che le nuove forme di dispositivi IoT e interfacce naturali “impongono” al consumatore.

Il fatto : alla fine della scorsa settimana, alcuni proprietari dello speaker interattivo prodotto da Big G si sono ritrovati con un avviso che li invitava ad approfondire la trama e i contenuti di un film in uscita al cinema: la nuova versione de La Bella e la Bestia , remake in carne e ossa del cartone animato della Disney, arriva nelle sale in questi giorni e dopo le previsioni del tempo e del traffico, come mostrato nel video poco sopra, Google Home ha iniziato a fornire spunti e consigli per scoprire altro sul lungometraggio con protagonista Emma Watson.

Nessun cambiamento nella voce, nessun cambiamento nell’intonazione: la stessa voce sintetica che fornisce le informazioni elaborate da Google sulla base delle abitudini e delle informazioni contenute nell’account dell’utente, la stessa voce passa dalle indicazioni sui tempi di percorrenza da e per il lavoro al consiglio di dare un’opportunità al film Disney . Non è una pubblicità ha subito precisato Google , e i bene informati dicono che Disney non ha scucito un centesimo: pare si sia trattato davvero di un esperimento, una sperimentazione per provare a fornire contenuti e informazioni differenti rispetto al solito agli utenti. Verrebbe da pensare che queste informazioni dovrebbero essere fornite basandosi sui gusti e gli interessi del navigatore, magari traendole (in modo automatico) dalla cronologia delle ricerche effettuate e magari dalla cronologia di navigazione di Chrome. Il problema è che molti di coloro i quali hanno ricevuto i consigli inaspettati giurano di non aver mai avuto alcun interesse, o aver effettuato alcuna ricerca, relativa a La Bella e la Bestia .

Cosa è successo, quindi, veramente? È possibile che effettivamente a Mountain View abbiano voluto fare un esperimento, ma bisogna capire a quale scopo: da tempo ci si interroga di quali siano le possibilità di monetizzare queste nuove forme di interfaccia , situazioni nelle quali non c’è schermo su cui inserire banner pubblicitari. Uno spot sonoro sullo stile radiofonico potrebbe essere una soluzione , ma come la prenderebbero gli utenti? Difficile dirlo, ma probabilmente potrebbe essere percepito come un sistema piuttosto invasivo e creare – come è accaduto in questa circostanza d’altronde – una levata di scudi contro l’invasività di questo strumento che sembra appartenere a un medium del passato.

L’esperimento è, in ogni caso, terminato: da Mountain View è filtrata la notizia che qualsiasi messaggio relativo a La Bella e la Bestia è stato eliminato dal servizio Google Home.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
20 mar 2017
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