L’annuncio più interessante tra quelli giunti dal palco virtuale del Google I/O 2021 non è legato ad Android 12, né al quantum computing o alle novità per Workspace, ma a una tecnologia che da un lato mostra le potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata alla ricerca medica, dall’altra solleva un interrogativo e qualche giustificato timore. Il gruppo di Mountain View ha anticipato l’arrivo di un sistema che permetterà a chiunque di inquadrare una macchia o un neo sul proprio corpo per capire di cosa si tratta.
L’IA per l’autodiagnosi dei problemi alla pelle: la scelta giusta?
Un’applicazione Web based, accessibile mediante la fotocamera dello smartphone, che secondo bigG aiuterà a fornire una risposta ai dieci miliardi di query digitate ogni anno a proposito di problemi riguardanti pelle, capelli e unghie. Riportiamo di seguito in forma tradotta quanto si legge nel post di annuncio.
Oggi, all’I/O, condividiamo l’anteprima di uno strumento di assistenza dermatologica basato sull’intelligenza artificiale, che vi aiuterà a saperne di più in merito ai problemi legati al più esteso organo del vostro corpo: la vostra pelle, i capelli e le unghie. Impiegando molte delle stesse tecniche che individuano la retinopatia diabetica o il cancro ai polmoni dalle tomografie computerizzate, questo strumento vi avvicinerà a identificare problemi dermatologici come un’eruzione cutanea su un braccio che vi infastidisce, utilizzando la fotocamera del vostro telefono.
L’intelligenza artificiale in questione è ritenuta in grado di identificare 288 problemi o patologie differenti, fornendo inoltre risposte alle domande più frequenti relative a ogni specifica condizione. Google specifica che questo strumento non è pensato per fornire una diagnosi o per sostituire il consulto di un medico, poiché molti problemi richiedono un esame clinico, una visita di persona e test aggiuntivi come una biopsia
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Abbiamo più volte segnalato su queste pagine iniziative simili, finalizzate a mettere l’IA al servizio dei medici, affiancandoli nella fase di valutazione dei pazienti e degli esami condotti, riducendo così il margine di errore nell’interpretazione di referti o immagini diagnostiche. Lasciare che chiunque possa farne uso è la scelta migliore oppure si corre il rischio che qualcuno eviti poi di sottoporsi alla visita di uno specialista, ritenendosi soddisfatto del responso fornito da un algoritmo?
L’intenzione è quella di rendere la tecnologia disponibile entro fine anno. Immaginiamo che prima di allora ci sarà modo di tornare nuovamente sulla questione e che distanziare l’annuncio dal lancio serva a bigG anche per raccogliere feedback in merito, valutandone l’accoglienza.
Aggiornamento: online un modulo da compilare per chiedere l’accesso anticipato alla tecnologia. Tra le domande poste alcune riguardano l’età, la tipologia di dispositivo utilizzato, il sesso e la tonalità della pelle.