Will Grannis, Managing Director al servizio di Google Cloud, con l’intervista visibile più avanti nell’articolo in forma integrale ha svelato che in futuro il gruppo non metterà più le proprie competenze in tema di intelligenza artificiale al servizio di realtà che operano nell’industria del petrolio e del gas.
Google: niente IA per l’industria del petrolio e del gas
Dopo aver detto di no ai dieci miliardi di dollari del progetto JEDI del Pentagono per via di principi etici, ora il gruppo di Mountain View manifesta apertamente l’intenzione di seguire anche la bussola della sostenibilità.
Secondo la testata TheHill la tempistica dell’annuncio è legata a doppio filo alla pubblicazione del report di Greenpeace a proposito del legame tra le realtà del mondo cloud e l’industria petrolifera, un documento che cita non solo Google, ma anche concorrenti come Microsoft che eroga il proprio servizio attraverso l’infrastruttura Azure e Amazon che lo fa tramite la piattaforma AWS.
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Google Cloud è un’infrastruttura non specializzata e una piattaforma di elaborazione dati utilizzata da aziende di diversi settori per migrare dai propri data center ed eseguire i propri sistemi IT sul Cloud. Tuttavia, non creeremo algoritmi AI/ML personalizzati, ad esempio, per facilitare l’estrazione upstream nell’industria petrolifera e del gas. Nel 2019, il nostro fatturato derivante dal settore Oil & Gas è stato di circa 65 milioni di dollari, meno dell’1% dei ricavi totali di Google Cloud nello stesso periodo, e ha registrato una diminuzione dell’11% a fronte di una crescita del fatturato Cloud complessivo del 53%. Inoltre, secondo i dati di HG Insights, la spesa IT del settore Oil & Gas è stata di circa 113 miliardi di dollari nel 2019, mentre si stima che nel 2020 la spesa per i servizi cloud dello stesso settore ammonterà a 1,3 miliardi di dollari, e Google Cloud rappresenta solo una piccola percentuale di questa spesa aggregata. Abbiamo una collaborazione di successo con i fornitori di energie rinnovabili, molti dei quali, tra cui AES Corporation, Veolia e Simple Energy, comprendono pienamente i vantaggi insiti nel cloud per raggiungere i propri obiettivi. Stiamo sviluppando e condividendo modelli e algoritmi AI personalizzati con diverse aziende del settore delle energie rinnovabili e stiamo inoltre mettendo loro a disposizione gli algoritmi che rendono i data center di Google altamente efficienti, per esempio per rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico
Portavoce Google
Questa particolare tipologia di clienti ha fruttato a bigG circa 65 milioni di dollari nel corso del 2019, meno dell’1% di tutti gli introiti generati dalla divisione Cloud lo scorso anno. Di recente è stata inoltre registrata una flessione pari all’11%. Rinunciare a questi profitti, beneficiando però di un incremento dell’approvazione da parte dell’opinione pubblica, sembra dunque essere stata ritenuta una mossa intelligente e lungimirante da chi siede ai piani alti di Mountain View.