Google, il futuro e l'Apocalisse

Google, il futuro e l'Apocalisse

Non usa mezzi termini uno scienziato britannico secondo cui entro cinque anni il colosso di Mountain View consentirà di trovare info in rete per sapere tutto di tutti. Ma proprio tutto
Non usa mezzi termini uno scienziato britannico secondo cui entro cinque anni il colosso di Mountain View consentirà di trovare info in rete per sapere tutto di tutti. Ma proprio tutto

Londra – Hanno qualcosa di apocalittico le parole di Nigel Gilbert, ricercatore alla guida di uno studio sulla sorveglianza della Royal Academy of Engineering . Secondo Gilbert infatti la quantità di informazioni sull’individuo in rete sarà tale che attraverso sistemi di ricerca avanzati, come quelli di Google, sarà possibile sapere molto, troppo, delle attività dei singoli.

Sarà possibile ad esempio – preconizza Gilbert – porre a Google e simili, domande come “cosa stesse facendo un certo individuo alle 2,30 di ieri” e “ottenere una risposta”. A suo dire la risposta comprenderà una quantità di informazioni, come videoregistrazioni di cam di sorveglianza o informazioni di database che raccolgono le letture dei chip elettronici, ad esempio quelli che verranno sempre più spesso integrati ai vestiti indossati dalla persona.

Gilbert, che ne ha parlato nel corso di una conferenza sulla privacy, come riporta il Guardian , parla di Internet come di un insieme di dati diversi, eterogenei, che possono facilmente essere messi insieme, fino a costruire profili, un insieme capace di “registrare per sempre qualsiasi cosa”.

Il ricercatore Lo scienziato (nella foto) riprende in questo modo uno dei grandi temi all’attenzione degli esperti di privacy di tutto il mondo nell’era digitale, quello dell’ oblio delle informazioni: nella società telematica la conservazione di pressoché qualsiasi dato in molti casi può essere considerata “permanente”. Ma le dichiarazioni di Gilbert non devono stupire: nel Regno Unito si parla apertamente di Società della Sorveglianza e il paese si interroga sul futuro mai come in queste settimane.

A tale proposito Gilbert sostiene che il Regno Unito è ormai “circondato” da una “sorveglianza pervasiva” che sembra destinata ad allargarsi sempre più. Il Guardian per la verità riporta anche le parole di sir Stephen Lander, ex capo dell’intelligence britannica e alto funzionario delle forze dell’ordine locali, secondo cui invece “una intrusione significativa nella privacy di una piccola minoranza è giustificata per la protezione della sicurezza e il benessere della maggioranza”.

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Pubblicato il
7 nov 2006
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